Madre e bimbi uccisi. Il marito reo confesso, voglio il massimo della pena

MILANO – È stato fermato nella notte, con l’ipotesi di accusa di triplice omicidio, Carlo Lissi di 31 anni. Ne danno notizia i Carabinieri del Comando provinciale di Milano.

Al fermo si è giunti al termine di un lungo interrogatorio durante il quale l’uomo avrebbe confessato il folle gesto che ha scosso Motta Visconti, la cittadina agricola tra Milano e Pavia, e che ha distrutto una famiglia intera: una madre, Cristina Omes,  dipendente presso le assicurazioni Sai, e i suoi due figli, Giulia e Gabriele di 5 anni e 20 mesi,   trovati uccisi a coltellate  nella villa di famiglia.   «Voglio il massimo della pena» avrebbe detto agli inquirenti con la testa tra le mani. La confessione – hanno spiegato gli inquirenti – non è stata spontanea. Ma «gli elementi erano  tali e tanti da portare in quella direzione». Messo di fronte  alle incongruenze del suo racconto, Lissi quindi «è crollato».

I carabinieri del Nucleo investigativo hanno cominciato a propendere per la pista ‘famigliarè subito dopo le prime fasi di indagine. Il fatto stesso che nella strage non fosse stato risparmiato nemmeno il più piccolo dei due bambini, di appena 20 mesi, aveva reso meno credibile la pista della rapina. Ma non solo. Nonostante la cassaforte sia stata trovata aperta, non è stato trovato alcun segno di effrazione sulla porta d’ingresso. Questa mattina  è previso il terzo sopralluogo dei Ris di Parma nell’abitazione. Le ricerche al momento si concentrano sull’arma del delitto che non è ancora stata ritrovata: il coltello con cui le vittime sarebbero state sgozzate.

Lissi aveva dato l’allarme poco dopo le 2 di mattina di domenica raccontando di aver trovato i tre corpi senza vita rientrando in casa dopo la partita Italia- Inghilterra, vista in casa di amici. Una ricostruzione che non ha convinto gli inquirenti che ieri hanno ascoltato anche amici e vicini. Il sospetto è che tra i due coniugi, sposati da 6 anni, ci fossero delle tensioni. 

 

Al momento sembrerebbe che il movente che avrebbe armato la mano di Carlo Lissi sarebbe stata la passione per una collega. Lui stesso lo avrebbe confessato nel corso del lungo interrogatorio davanti ai carabinieri di Abbiategrasso e dal Pm titolare dell’indagine.  La passione per la collega non era tuttavia corrisposta. Lissi aveva fatto della avances, ‘anche esplicite’, alla donna che però non aveva mostrato alcun interesse. Sempre nel corso dell’interrogatorio Lissi ha confessato anche che prima di uccidere la moglie, ha avuto con lei ‘un momento d’intimità  sul divano’. Poi, ancora in mutande, è andato in cucina, ha preso un coltello, e l’ha sgozzata.  

 

 

 

 

 

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