Processo Eternit. Niente risarcimenti ai familiari delle vittime

ROMA – Niente indennizzo alle famiglie dei morti per amianto nel processo Eternit. A stabilirlo è  una sentenza, di ben 146 pagine depositata oggi dalla prima sezione penale della Cassazione in cui si rileva che la Corte d’appello di Torino “ha inopinatamente aggiunto all’evento costitutivo del disastro eventi rispetto ad esso estranei ed ulteriori, quali quelli delle malattie e delle morti, costitutivi semmai di differenti delitti di lesioni e di omicidio”. 

Ad avviso della Cassazione “a far data dall’agosto dell’anno 1993” era ormai acclarato l’effetto nocivo delle polveri di amianto la cui lavorazione, in quell’anno, era stata “definitivamente inibita, con comando agli Enti pubblici di provvedere alla bonifica dei siti”. “E da tale data – prosegue il verdetto – a quella del rinvio a giudizio (2009) e della sentenza di primo grado (13/02/2012) sono passati ben oltre i 15 anni previsti” per “la maturazione della prescrizione in base alla legge 251 del 2005”.

La Cassazione sottolinea  che Il reato di disastro contestato all’imprenditore svizzero Stephan Schmidheiny nell’ambito del processo Eternit risulta prescritto “antecedentemente alla pronuncia della sentenza di primo grado”. La consumazione del reato di disastro, spiegano infatti i giudici di piazza Cavour, “non può considerarsi protratta oltre il momento in cui ebbero fine le immissioni delle polveri e dei residui della lavorazione dell’amianto prodotti dagli stabilimenti della cui gestione è attribuita la responsabilità all’imputato: non oltre, perciò, il mese di giugno dell’anno 1986, in cui venne dichiarato il fallimento delle società del gruppo, venne meno ogni potere gestorio riferibile all’imputato e al gruppo svizzero e gli stabilimenti cessarono l’attività produttiva che aveva determinato e completato per accumulo e progressivo incessante incremento la disastrosa contaminazione dell’ambiente lavorativo e del territorio circostante”. Il rinvio a giudizio nell’ambito del processo Eternit e’ stato disposto nel 2009, mentre la sentenza di primo grado risale al 13 febbraio 2012: “Sono passati ben oltre i 15 anni previsti per la maturazione della prescrizione”.

La prescrizione del reato di disastro nel processo Eternit conclusosi a novembre scorso ha come conseguenza che “cadono tutte le questioni sostanziali concernenti gli interessi civili e il risarcimento dei danni”. Insomma nessun risarcimento e quindi un’altra doccia gelata per i familiari delle vittime. 

I parenti delle vittime, non dovrebbe esserci prescrizione per questi reati

“La sentenza Eternit ha seguito una logica giuridica che andava bene 80 anni fa”. Lo sostiene Bruno Pesce, portavoce dell’Afeva, l’associazione che riunisce i parenti delle vittime dell’amianto di Casale Monferrato. “Il disastro è ancora in essere negli effetti e nelle cause. La legge non è del tutto chiara in materia di disastri ambientali ma per fatti come questo non dovrebbe esserci la prescrizione”.

Il M5s, allungare prescrizione non è sufficiente

“Durissima la motivazione della sentenza della Cassazione sul processo Eternit che mette in dubbio l’intera impalcatura della procura di Torino. Noi del Movimento 5 Stelle abbiamo presentato un emendamento alla legge su ecoreati per legare la prescrizione, che comunque abbiamo raddoppiato, anche agli effetti del reato. Esistono reati istantanei con effetti permanenti”, dicono i parlamentari delle Commissioni Ambiente di Camera e Senato. “Questa modifica – aggiungono – cambierebbe l’inizio della decorrenza dei termini andando ad incidere proprio su reati come quelli legati all’amianto, che comportano malattie, come il mesotelioma pleurico, con decenni di latenza. Non basta quindi, come auspica il Pd, allungare i termini della prescrizione ma bisogna legarla agli effetti del reato”.

La Lega nord, non  si possono lasciare 3mila famiglie senza risarcimento

“La morte di 3mila persone non puó considerarsi un reato comune. Si tratta con tutta evidenza di un crimine contro l”umanità e quindi imprescrittibile. E come tale va giudicato, non con la classica via ordinaria ma con il ricorso a Tribunali speciali”. Cosi” Gianluca Buonanno, europarlamentare della Lega Nord, che in una nota commenta la pubblicazione delle motivazioni della sentenza della Cassazione sul processo Eternit. “In una interrogazione presentata alla Commissione Ue- prosegue- ho chiesto di attivarsi affinche” queste stragi possano essere legalmente rese imprescrittibili nei sistemi giuridici europei. Non si possono lasciare 3mila famiglie senza giustizia e senza risarcimento. Questo reato di disastro doloso ambientale, che ha causato la distruzione di migliaia di famiglie, non può essere soggetto a prescrizione – conclude Buonanno – ma trattato come un crimine contro l’umanità o un crimine di guerra”.

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