Rifiuti: sequestro beni per 7,5 mln a eredi uomo fiducia Cerroni

ROMA – Guai giudiziari per gli eredi di Arcangelo Spagnoli (deceduto nel 2012 dopo essere stato responsabile unico del procedimento in seno al commissario delegato per l’emergenza ambientale), ritenuto dalla procura punto di snodo tra la struttura commissariale, la Regione Lazio e il gruppo che ruotava attorno alla figura di Manlio Cerroni, il patron per decenni della discarica di Malagrotta attualmente sotto processo per la gestione illecita dei rifiuti.

I finanzieri del Nucleo di polizia tributaria, eseguendo una misura di prevenzione emessa dalla speciale sezione del tribunale capitolino, hanno sequestrato beni, in base alla normativa antimafia, per 7,5 milioni di euro. Analizzando i flussi finanziari, le Fiamme Gialle hanno rilevato una sproporzione tra i redditi percepiti da Spagnoli e il cospicuo patrimonio accumulato dallo stesso dipendente pubblico, di cui, dopo la morte, hanno potuto beneficiare gli eredi (tre figlie e una donna sposata in seconde nozze). Dal 2005 al 2011, Spagnoli avrebbe acquistato titoli, fondi comuni, certificati di deposito, polizze vita per un totale di quasi 6 milioni di euro, di cui ben 3,7 milioni provenienti da versamenti di puro contante. Il sequestro dei beni di oggi fa riferimento a quattro appartamenti (due a Roma, uno a Siena e l’ultimo a Lugano in Svizzera), alle quote sociali di un’azienda con tanto di capannone industriale e impianto fotovoltaico in provincia di Macerata, e a due milioni di euro depositati sui conti correnti.

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