A Ravenna entra in funzione il più grande impianto europeo di potabilizzazione dell’acqua

Garantirà circa 20 milioni di metri cubi di acqua all’anno, a servizio di circa 150.000 cittadini

RAVENNA – Si tratta dell’ impianto della Standiana, un potabilizzatore  ultramoderno, progettato e realizzato da Romagna Acque-Società delle Fonti S.p.A.  alimentato dalle acque prelevate dal  Po a Bondeno tramite una derivazione del canale emiliano-romagnolo grazie ad una concessione rilasciata a Romagna Acque e alla realizzazione e gestione operativa di un apposito sistema infrastrutturale ad usi plurimi da parte della società partecipata di Romagna Acque, Plurima. Ci sono voluti 8 anni per progettarlo e 2 per l’esecuzione materiale.

 Entrerà in funzione il 1° ottobre 2015  in località Fosso Ghiaia considerato il più importante degli investimenti compresi nel piano pluriennale 2011 – 2023 della società a capitale pubblico proprietaria e gestore di tutte le fasi idropotabili della Romagna..

“Il grande potabilizzatore e i circa 40 km di condotte di interconnessione di grandi dimensioni ad esso collegate, rappresentano un intervento “di sistema” per l’intera area romagnola, rendendo disponibile una rilevante quantità di risorsa aggiuntiva, diversificando le fonti di approvvigionamento, e consentendo ad una consistente parte del territorio di disporre di una garanzia di approvvigionamento nei casi di crisi idriche e di continuità del servizio – ha illustrato l’Amministratore Delegato  Romagna Acque, Gambi -. Il NIP2 sarà infatti interconnesso alla rete del lughese, al NIP 1 ed alla dorsale adriatica dell’Acquedotto della Romagna”.

“L’impianto sarà alimentato con acqua del Canale Emilia Romagnolo e avrà una potenzialità massima di 1100 litri al secondo -ha chiarito  Gambi -. La sezione più importante dell’impianto è quella dell’ultrafiltrazione, ovvero la filtrazione dell’acqua attraverso membrane con cavità così piccole (0,4 micron) da trattenere oltre a tutti i solidi sospesi anche la carica batterica e spore di organismi potenzialmente patogeni. Il passaggio finale su carboni attivi permetterà invece di trattenere le ultime sostanze rimaste in soluzione nell’acqua al termine del trattamento”.

il presidente di Romagna Acque, Tonino Bernabè il giorno dell’inaugurazione ha dichiarato a sua volta: “L’importo complessivo dei lavori è stato  di  32 milioni e 900mila euro, ai quale se ne aggiungono  altrettanti per la posa in opera di quasi 40 km di condotte di interconnessione di grandi dimensioni, che collegano il nuovo potabilizzatore con il territorio”. 

Un investimento importante , a cui sembra interessato anche  il Sudafrica.

Ai lavori hanno partecipato 63 imprese, di cui 41 con sede in Romagna. La fase di progettazione, autorizzazione e gara d’appalto ha richiesto 8 anni, dal 2004 al 2012; i lavori di costruzione del potabilizzatore sono durati esattamente due anni: dall’8 aprile 2013 al 9 aprile 2015.

“Il potabilizzatore – sottolinea Andrea Gambi – è interconnesso in particolare alla rete del Lughese, al potabilizzatore Nip di Ravenna e alla dorsale adriatica dell’Acquedotto della Romagna. Le principali aree servite sono la Bassa Romagna, il territorio ravennate e la riviera adriatica, da Cervia a Cesenatico e anche oltre”.

La messa a regime del potabilizzatore – che ha una potenzialità massima di 1.100 litri al secondo – rende disponibile alla Romagna una rilevante quantità di risorsa: almeno 20 milioni di metri cubi annui potenziali che si vanno ad aggiungere ai 110 che oggi vengono distribuiti, per un totale di circa 130 milioni di metri cubi..

E’ previsto Inoltre  un impianto fotovoltaico per produrre l’energia necessaria per il funzionamento dell’impianto. All’inaugurazione erano presenti  l’onorevole Silvia Velo sottosegretario all’Ambiente, il presidente della Regione Emilia – Romagna, Stefano Bonaccini e il sindaco di Ravenna Fabrizio Matteucci.

                           

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