PALERMO – Il gup di Palermo, Marino Petruzzella, ha assolto l’ex ministro Calogero Mannino dall’accusa di minaccia a corpo politico dello Stato con la formula “per non aver commesso il fatto”.
Per il gup di Palermo Marina Petruzzella, l’ex ministro della Dc non è colpevole d’aver avuto un ruolo nella “trattativa” tra Stato e mafia. La sentenza si rifà all’articolo 438 e 530 del codice di procedura penale, ovvero non aver commesso il fatto così come ascrittogli. Dopo la lettura della sentenza, il pool di pm ha lasciato l’aula in silenzio, senza rilasciare dichiarazioni. In aula non era presente neanche l’imputato, difeso dagli avvocati Grazia Volo, Nino Caleca e Marcello Montalbano.Per Mannino, unico imputato del processo “trattativa” a scegliere il rito abbreviato, la Procura aveva chiesto 9 anni e l’interdizione perpetua dai pubblici uffici.
“Grazie”, ha detto Mannino, rivolgendosi ai suoi legali.
I pm, invece, non volgiono arrenbdersi. “Impugneremo la sentenza. Noi andiamo avanti”. Così i pm Nino Di Matteo, Roberto Tartaglia e Vittorio Teresi hanno commentato l’assoluzione.
Subito dopo è stata organizzata una manifestazione del popolo delle Agende rosse sotto il Palazzo di giustizia di Palermo. Un gruppo di esponenti dell’associazione, che era parte civile nel processo appena concluso, ha esposto un manifesto con le foto di Carlo Vizzini, Carlo Martelli, lo stesso Mannino e la scritta: “Questi uomini sono rimasti vivi perché qualcuno ha trattato con la mafia. Giustificateli tutti”. E poi le fotografie di alcune vittime di Cosa nostra, da Giovanni Falcone a Rosario Livatino con su scritto: “Persone invece ammazzate perché hanno scelto di non trattare con la mafia”.