Corteo No Tav, a 10 anni dalla liberazione di Venaus

VAL DI SUSA – I No Tav scendono ancora in strada in Val Susa per ricordare il decimo anniversario della “liberazione di Venaus”. Secondo gli organizzatori sono 20mila gli attivisti che da Susa hanno raggiunto lo “storico presidio di Venaus” per ricordare uno dei momenti più importanti per il movimento.

L’8 dicembre 2005 gli attivisti tagliarono le recinzioni e occuparono l’area di quello che doveva essere il primo cantiere della linea alta velcoità Torino-Lione, cantiere poi trasferito a Chiomonte. Per le forze dell’ordine, che seguono il corteo, i partecipanti sono molti meno: 3000-3500. Per tutti è comunque un corteo pacifico.

Gli agenti hanno seguito il corteo fino all’arrivo a Venaus, dalla testa alla coda, e continuano a monitorare il presidio, e “non c’è stato alcun momento di tensione”.Uno striscione ha aperto il corteo “8 dicembre 2005 – 8 dicembre 2015 ora come allora la resistenza continua”, dietro, come sottolineano gli stessi attivisti entusiasti sui social, “un serpentone lunghissimo”, “da qui non vediamo né testa, né coda” perché “10 anni dopo la resistenza continua” e “Siamo sempre qui, passo dopo passo fino a fermarvi”, “siamo #notav fermarci è impossibile”. Anche “sindaci #notav in forze”: un gruppetto con la fascia tricolore ha portato lo striscione, anch’esso tricolore, “amministratori Valle di Susa”. C’è il 5stelle Alessandro di Battista e Giorgio Cremaschi, l’ex Fiom che twitta: “Il popolo della vera #sinistra è in corteo #notav in #ValleSusa e il #Pd è suo avversario”.Presenti anche bambini, a portare un lenzuolo e la scritta rossa: “No tav dai nonu ai cìt”. C’è anche una banda al seguito con sax, trombe, tromboni, fisarmoniche e tamburi, ma niente uniformi, “tanta gente come sempre”. C’è anche il sole a Venaus e tutto è pacifico, condito con un po’ di amarcord.

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