Grottaferrata. Violenze in centro riabilitazione, 10 arresti

GROTTAFERRATA (ROMA) – E’ un vero e proprio clima di terrore quello che si respirava nel centro di riabilitazione neuropsichiatrico a Grottaferrata, vicino Roma. Percosse, insulti e intimidazioni sono i maltrattamenti ai danni di sedici ospiti, tutti di giovane età.

La scoperta è avvenuta al termine di una indagine dei carabinieri del Nas che ha portato all’arresto di 10 persone tra operatori e assistenti socio sanitari, una in carcere e 9 agli arresti domiciliari, ritenuti responsabili dei reati di maltrattamento aggravato e sequestro di persona.

I provvedimenti restrittivi, emessi dal gip del Tribunale di Velletri, Gisberto Muscolo, scaturiscono dalle risultanze investigative emerse nel corso di un’indagine della Procura di Velletri (titolare pm Antonio Verdi) su numerosi episodi di maltrattamenti subìti dagli ospiti disabili della struttura sanitaria, tutti affetti da patologie neuro-psichiatriche e motorie, ad opera dello stesso personale che li aveva in custodia. Gli indagati avrebbero abusato dei poteri di assistenza e sorveglianza nell’espletamento di un pubblico servizio in convenzione con il Servizio sanitario regionale.L’indagine è stata avviata a seguito di denunce presentate nei primi mesi del 2015 dai vertici della società gestore della struttura relative a sospetti episodi di coercizione e lesioni accaduti all’interno di un reparto, dove erano ospitati 16 ragazzi ambosessi, di età compresa tra gli 8 e 20 anni (di cui 5 minori di anni 14), ricoverati stabilmente sulla base di un quadro clinico contrassegnato da ritardo mentale, epilessia e sindromi genetiche.Le indagini, durate tre mesi e supportate anche da intercettazioni audio/video, hanno consentito di cristallizzare significativi e reiterati episodi di rilevanza penale.Dalle riprese si evince il frequente ricorso, da parte degli operatori, a strattonamenti, percosse ed insulti, utilizzati come illecito strumento di disciplina e vigilanza sui giovani pazienti che, peraltro, venivano costretti ad alimentarsi celermente con rischio di soffocamento, determinando la vanificazione dell’attività riabilitativa.

Le principali figure coinvolte nella vicenda sono un educatore ed un assistente Socio Sanitario con funzioni educative ceh – stano alle indagini, si sarebbero distinti per atteggiamenti particolarmente autoritari e violenti, tanto da creare un sistematico e diffuso clima di terrore nei giovani ospiti.Proprio uno di essi è il soggetto destinatario della misura restrittiva in carcere poiché ritenuto responsabile anche del reato di sequestro di persona, per aver segregato tre pazienti disabili nelle rispettive stanze di degenza, impedendogli la possibilità di movimento.Nel corso delle indagini sono stati documentati diversi episodi di maltrattamenti commessi dagli altri operatori che, sebbene con ruoli minori, sottoponevano i ragazzi a soprusi e violenza fisica e verbale, quasi da ipotizzare una “consuetudine repressiva” adottata dal personale addetto a quel reparto.Nel contesto investigativo, sono stati altresì deferite alla competente Autorità Giudiziaria ulteriori 6 persone resisi responsabili di analoghi comportamenti, le cui condotte sono al vaglio della magistratura.

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