Scandalo trivelle e petrolio. “Il ministro Guidi si dimetta”

ROMA – Un emendamento alla Legge di Stabilità, approvato all’ultimo momento nel dicembre del 2014, con il quale si dava il via libera al progetto di estrazione di petrolio Tempa Rossa, opera contestatissima dalle associazioni ambientaliste, mette in grandissima difficoltà il ministro delle Attività produttive, Federica Guidi.

Quell’emendamento favoriva infatti le aziende del fidanzato, Gianluca Gemelli, ora indagato dalla procura di Potenza. La storia è raccontata da Repubblica.it che ha potuto consultare gli atti dell’inchiesta con cui sono state arrestate cinque persone. Atti nei quali c’è anche una serie di conversazioni telefoniche dirette tra il ministro Guidi e Gemelli, interessato a fare in modo che si sbloccasse l’operazione Tempa Rossa, gestita dalla Total, perché secondo l’accusa le sue aziende avrebbero guadagnato circa due milioni e mezzo di sub appalti. E di questo parla al telefono con la compagna, la quale, il 13 dicembre, lo rassicura: “Dovremmo riuscire a mettere dentro al Senato se… è d’accordo anche Mariaelena la… quell’emendamento che mi hanno fatto uscire quella notte. Alle quattro di notte… Rimetterlo dentro alla legge… con l’emendamento alla legge di stabilità e a questo punto se riusciamo a sbloccare anche Tempa Rossa… ehm… dall’altra parte si muove tutto!”. Il compagno le chiede se la cosa riguardasse i suoi amici e il ministro gli risponde: “Eh certo, capito? Per questo te l’ho detto”. 

Avuta la notizia, Gemelli chiama subito il rappresentante della Total: “La chiamo per darle una buona notizia..ehm.. .si ricorda che tempo fa c’è stato casino..che avevano ritirato un emendamento…ragion per cui c’erano di nuovo problemi su tempa ross … pare che oggi riescano ad inserirlo nuovamente al senato..ragion per cui..se passa…e pare che ci sia l’accordo con Boschi e compagni…(…) se passa quest’emendamento… che pare… siano d’accordo tutti…perché la boschi ha accettato di inserirlo… (…) è tutto sbloccato! (ride ndr)…volevo che lo sapesse in anticipo! (…) e quindi questa è una notizia…”. Dalle indagini fatte poi dagli agenti della squadra mobile di Potenza è emerso che l’emendamento era stato inserito nel maxiemendamento alla Legge di stabilità del 2015, modificato dal Senato il 20 dicembre, con il quale si dava il via al progetto Tempa Rossa.  

Indubbio che la notizia abbia creato ulteriore malessere, tant’è che vari esponenti politici hanno chiesto le dimissioni del ministro, come il M5S: “Si dimettano subito i ministri Guidi e Boschi la misura è colma si devono vergognare a andare a casa subito””. Lo annunciano Michele Dell’Orco, capogruppo M5s Camera e Nunzia Catalfo, capogruppo M5s al Senato.”Ora si capisce il perché il Pd ed il governo tifano per l’astensione sul referendum delle trivelle che intacca gli interessi delle compagnie petrolifere – continuano Dell’Orco e Catalfo – il fidanzato della Guidi indagato dalla Procura concordava con l’amata emendamenti a favore degli impianti “Tempa Rossa” di Total legati al deleterio provvedimento “Sblocca Italia” e la Guidi chiedeva a sua volta l’avallo della Boschi”.”Guarda  caso il progetto è quello ‘Tempa Rossa’ contro il quale il Movimento 5 Stelle si batte da oltre due anni”, continuano i capigruppo M5s. “La miglior risposta a queste indecenze oltre alle dimissioni di Guidi e Boschi è andare tutti a votare domenica 17 aprile e votare SI contro le trivellazioni marine”. concludono i pentastellati.

“Se ciò che apprendiamo da alcuni organi di informazione è vero il ministro dello Sviluppo Economico, Federica Guidi, e quello delle Riforme, Maria Elena Boschi, devono immediatamente dimettersi. Non esistono più scuse la Guidi e la Boschi facciano un passo indietro, subito”. Lo affermano i deputati di Alternativa Libera, Marco Baldassarre, Massimo Artini, Eleonora Bechis, Tancredi Turco e Samuele Segoni.

 

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