Yara Gambirasio, Bossetti, “mentitore seriale”, condannato all’ergastolo

Il Dna non mente. L’omicida attuò un piano sadico e crudele dopo le advance respinte

BERGAMO – Bossetti è colpevole e il Dna parla chiaro e secondo i giudici rappresenta una prova scientifica inossidabile a cui si aggiungono tutti gli elementi di natura iindiziaria. Per queste motivazioni indiscutibilmente scientifiche si chiude il triste capitolo di Yara Gambirasio   la tredicenne di Brembate scomparsa il 26 novembre 2010 e trovata tre mesi dopo cadavere in un campo. “È la presenza del profilo genetico dell’imputato – scrive la Corte presieduta da Antonella Bertoja – a provare la sua colpevolezza: tale dato, privo di qualsiasi ambiguità e insuscettibile di lettura alternativa, non è smentito né posto in dubbio da acquisizioni probatorie di segno opposto ed anzi è indirettamente confermato da elementi ulteriori, di valore meramente indiziante, compatibili con tale dato e tra loro”.

 Insomma Bossetti è colpevole e viene condannato all’ergastolo. Ma non è tutto. Quello che emerge da mesi di indagini e dal corpo della povera vittima è uno scenario raccapricciante. Bossetti usò crudeltà e sadismo nei confronti della ragazzina: “Colpita, tagliuzzata,  ferita alla testa, ai polsi, marchiata con una X e una J e abbandonata a morire nel campo di Chignolo d’Isola” come riportano con dovizia di particolari i magistrati nelle 158 pagine di accusa. E infine uccisa anche a freddo. L’assassino che si è sempre dichiarato innocente l’ha praticamente torturata prima di ucciderla con mente fredda e lucida.

Insomma, un orribile operazione di macelleria quella compiuta da Bossetti, il quale secondo i giudici non conosce compassione  e pietà.

Il movente non è del tutto certo, anche se prevale la linea per la quale Bossetti avrebbe ucciso dopo essere stato respinto dalle advance sessuali. D’altra parte le ricerche eseguite nel computer del Bossetti, nonchè le lettera che dal carcere ha inviato ad una detenuta svelano dei retroscena inquietanti sulle tendenze sessuali dell’imputato. Tendenze che si riscontrano anche nella morte di Yara. Insomma Bossetti sarebbe un mentitore seriale, la cui memoria va e viene a seconda della sua convenienza, come l’accusa ha tentato di dimostrare con efficacia.

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