GENOVA – Un ragazzo di ventinove anni, Fabrizio Turrini, è morto per un malore durante il rave party a cui stava partecipando in località Pietra Nera, nell’ex colonia nel Comune di Rovegno, nel Genovese. Il giovane, di cui non sono state rese note le generalità, stava ballando con alcuni amici nel tardo pomeriggio di ieri quando si è accasciato al suolo privo di sensi. I mezzi del 118, prontamente intervenuti, hanno provato a rianimare il giovane senza alcun esito.
La morte del giovane è stata una vera e propria tragedia annunciata, visto che, nella notte precedente, alla stessa festa, una giovane napoletana di 25 anni è finita in coma etilico per un mix di droga e alcol ed è stata salvata in extremis all’ospedale. La ragazza, salvata dai medici dell’Ospedale San Martino di Genova, ha detto di avere bevuto alcolici e di avere preso pastiglie tra cui anfetamina. Sull’accaduto stanno indagando i carabinieri della compagnia di Chiavari.
Sembra che al rave party, durato due giorni, i ravers, arrivati in alta val Trebbia, fossero oltre duemila, forse tremila. Certamente la tragedia poteva essere evitata: non è il primo anno che si organizza tale raduno, nel 2009 furono denunciati dai carabinieri 26 giovani per occupazione di terreno privato, e altre tre persone per guida in stato di ebbrezza e rifiuto di sottoporsi al test sugli stupefacenti. Nel 2010, le denunce erano salite addirittura a 40.
Il sindaco di Rovegno, Giuseppe Isola, sottolinea di aver “denunciato la situazione molte volte, ma nessuno ha fatto nulla; con una folla del genere, c’erano solo due macchine dei carabinieri. Inoltre c’è il rischio di trovare questi ragazzi ubriachi al volante, con conseguenze peggiori per la popolazione, non solo della zona”.
Ieri è stato interrotto un altro rave party nei pressi della cosiddetta “Città Morta”, lungo la via Braccianese, tra Roma e Viterbo.
Quando accadono tragedie come questa si viene catapultati in una realtà solo apparentemente aliena dal nostro vivere quotidiano. Ora si parlerà di “voglia di trasgressione e di sballo” e di “un week-end diverso dal solito”. In realtà questo cercare ‘lo sballo’ nasconde un malessere profondo.
I giovani che partecipano ai rave party sono quasi sempre gli stessi; questi ‘esteti’ dello sballo a ogni costo, rincorrono, in Italia e in Europa, questi momenti di pericolosa euforia con uno solo scopo: annullare la realtà umana che li circonda; può sembrare un assurdo visto che sono migliaia i giovani che si incontrano nei rave. Ma non lo è perché la loro presenza fisica nasconde un’assenza umana. Altrimenti non tenterebbero ogni volta di annullare il pensiero con droga e alcool. A volte ci riescono così bene da andare in coma. Altre volte il coma mentale a cui aspirano si trasforma in morte.
Nei prossimi giorni cercheremo di approfondire questo tema tragico nella nostra rubrica ‘Cronache dal sottosuolo’.
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