Giudici di pace in sciopero per un mese: riforma degradante

ROMA – I giudici di pace, che saranno in sciopero per un mese a partire dal 15 maggio, attaccano il Governo ed il Ministro Orlando sulla recente approvazione preliminare, in attesa dei pareri del CSM e delle competenti commissioni parlamentari, della riforma della magistratura onoraria e dei giudici di pace.

“Una riforma degradante”, si legge in una nota dell’Unione Nazionale dei giudici di pace, “che comporterà nel futuro livelli di corruzione all’interno della magistratura senza pari in nessun Paese civile del Mondo. Viene addirittura prevista la riduzione delle dotazioni organiche dei giudici di pace e dei magistrati onorari di tribunale, dotazioni attualmente superiori a quelle dei magistrati di carriera con funzioni giudicanti di merito e senza incarichi direttivi, e carichi di lavoro per il futuro non inferiori al triplo degli attuali carichi (competenze per valore triplicate o sestuplicate, nuove competenze per materia e valore in centinaia di nuove fattispecie, compresi condominio, proprietà ed altri diritti reali e possessori, esecuzioni mobiliari, etc?, senza considerare le applicazioni nell’ufficio del processo del Tribunale e le relative competenze) ed un abbattimento delle indennità pari al 75% circa dei già miseri emolumenti”.

“Nel futuro – prosegue la nota – i giudici di pace dovranno lavorare come schiavi non a tempo pieno, ma tutti i giorni della settimana, festivi compresi, non meno di 10-12 ore al giorno, per percepire emolumenti netti mensili intorno ai 600-700 euro, ossia somme che neppure basterebbero loro per pagare bollette e le più elementari spese di sopravvivenza”.

“Non serve avere l’intelletto di Einstein”, incalza la nota, “per comprendere che nel futuro nessuno dei giudici di pace in servizio accetterà di mantenere l’incarico e che i futuri magistrati onorari dovranno avere due requisiti fondamentali: l’assoluta inidoneità all’inserimento nel mondo del lavoro anche nello svolgimento delle mansioni più umili ed un’elevata propensione alla corruzione, che diventerà la loro unica fonte di sostentamento”. “Questa riforma”, conclude la nota, “costituisce il definitivo de prufundis della Giustizia in Italia, con l’80% della giurisdizione civile assegnata a dei magistrati privi di qualsiasi diritto che non potranno mai garantire ai cittadini un seppur minimo livello di terzietà, indipendenza e professionalità”. Il sindacato dei giudici di pace rende noto che “è stato richiesto alla Commissione Europeo l’immediato deferimento del Governo italiano dinanzi alla Corte di Giustizia Europea, sussistendone tutti i motivi di improcrastinabile urgenza”.

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