ROMA – Sono di età compresa tra i 40 ed i 50 anni i due rapinatori che martedì hanno ucciso con un colpo alla nuca Mario Cuomo, 62 anni, titolare di un distributore della Erg di Cerenova, e ferito il fratello Giancarlo, 58 anni, colpito alla spalla. È quanto emerge dai primi identikit che sono sul tavolo degli investigatori, grazie alle testimonianze di alcuni testimoni che li avrebbero visti in faccia poco prima della rapina, mentre passeggiavano all’interno di un piccolo centro commerciale vicino al distributore.
Con giubbotti scuri e scarpe da tennis non sono passati inosservati nemmeno alle telecamere del megastore che li hanno registrati prima di compiere la rapina finita nel sangue. Secondo gli inquirenti è possibile che i due malviventi stessero ipotizzando di rapinare proprio uno dei negozi del centro commerciale, ma la presenza di molta clientela li avrebbe spinti a rinunciare. Seguiti dalle telecamere, poco prima delle 13, sono usciti a bordo di uno scooter rosso, la cui targa è stata registrata, e si sono diretti al distributore dove c’erano solo i titolari.
I carabinieri del gruppo di Ostia stanno concentrando l’attenzione su alcuni pregiudicati dell’hinterland romano, monitorando i cellulari di alcuni banditi specializzati in rapine per cercare di risalire ai due malviventi.
Il primo a cadere sotto i colpi dei rapinatori è stato Giancarlo, colpito alla spalla da un proiettile che poi ha perforato un polmone. Mentre soccorreva il fratello ferito, Mario è stato colpito alla testa da una calibro nove. Per questi la corsa al Policlinico Gemelli è stata inutile. Giancarlo è ora ricoverato in gravi condizioni nel reparto di rianimazione dell’ospedale San Camillo; durante un intervento ha avuto un arresto cardiaco.
A seguito di questa ennesima tragedia cresce la paura tra i benzinai che minacciano lo sciopero in quanto non si sentono protetti. «Non è più possibile rimandare ciò che noi gestori chiediamo da tempo: ossia una ristrutturazione delle pompe di benzina – ha dichiarato il presidente della Federazione gestori impianti stradali carburante, Maurizio Micheli – Le istituzioni e le compagnie petrolifere devono farsi carico del problema dotando gli impianti di sistema di sicurezza come telecamere e box blindati. Siamo stanchi di questa situazione più volte denunciata e mai ascoltata. Ecco perché siamo pronti a indire uno sciopero per rivendicare il nostro diritto a lavorare in sicurezza. Chiediamo un maggior controllo del territorio soprattutto negli orari di chiusura degli impianti – ha concluso rivolgendo un appello alle Forze dell’Ordine- Nelle periferie ci sono benzinai che lavorano nel terrore. Non è più possibile che onesti lavorati rischino la propria vita per dei guadagni che alla fine sono davvero marginali. Noi intaschiamo solo il 5% di ciò che incassiamo».