Melania Rea. Parolisi si proclama innocente, ma resta in carcere

È stata respinta dal Tribunale del Riesame dell’Aquila la richiesta di scarcerazione del caporalmaggiore dell’esercito Salvatore Parolisi, in carcere per l’omicidio della moglie

L’AQUILA -Davanti ai giudici del Riesame si è proclamato innocente Salvatore Parolisi, il caporalmaggiore dell’esercito in carcere dal 20 luglio perchè ritenuto l’assassino della giovane moglie Melania Rea, è arrivato alle 9.15 al Tribunale dell’Aquila Salvatore Parolisi per comparire nell’udienza di Riesame in cui si dovrà decidere sull’istanza di scarcerazione.

A volto scoperto, senza gli usuali occhiali scuri, è apparso smagrito e molto provato. I giudici del tribunale del Riesame, dopo avere esaminato la memoria difensiva di 150 pagine, hanno ascoltato l’intervento dei due difensori. Dalle prime indiscrezioni emerse parrebbe che la perizia difensiva si baserebbe su tre punti chiave: l’ora della morte, le tracce del Dna, le celle telefoniche. Nella memoria si contesta la perizia medico legale nella parte in cui stabilisce data e ora del decesso. Secondo la difesa, la Procura avrebbe ha fatto in modo di «adattare» l’ora della morte di Melania proprio per mettere sotto accusa Parolisi. Si può dimostrare che quando Melania è stata uccisa, Parolisi era al parco di Colle San Marco. Per quanto riguarda il Dna, secondo i legali tutti gli sforzi degli inquirenti si sono concentrati solo sul profilo di Parolisi mentre sono state trascurate altre tracce, delle quali non si è mai sentito parlare. Sul corpo di Melania sono state trovate tracce biologiche riconducibili a sei profili maschili, mai approfonditi, e altre tracce miste. Il terzo interrogativo riguarda le
celle telefoniche. Secondo gli avvocati non si può affermare con certezza assoluta che il telefono di Melania prendesse solo in corrispondenza del monumento dei caduti di Colle San Marco. Il tribunale del riesame dell’Aquila renderà nota domani la decisione sull’istanza di scarcerazione presentata da Salvatore Parolisi il quale ha fatto dichiarazioni spontanee affermando con forza che è innocente.

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