CIAMPINO (ROMA) – Una delle ipotesi accreditate dagli inquirenti che indagano sull’omicidio di Edorado Sforna, il 18enne freddato a colpi di pistola martedì scorso in una pizzeria a Morena nella periferia sud di Roma, è quella che il giovane abbia avuto recentemente un diverbio nella piscina comunale di Ciampino, dove lavorava di giorno come bagnino.
La piscina di Ciampino
Un lavoro alquanto difficile, considerando l’inosservanza di un comportamento dettato dal regolamento di certi luoghi pubblici per una convivenza civile. “Che state a fa’? La dovete fa’ finita. Qui c’è un regolamento” avrebbe detto a qualcuno Edoardo Sforna durante il suo turno di lavoro. “A chi lo dici che bisogna falla finita? A me no. Io sparo”, sarebbe stata la risposta di uno dei soliti bulletti di periferia. Una minaccia bella e buona che forse avrebbe udito un collega della giovane vittima.
Ipotesi al momento smentita dal primo cittadino di Ciampino, Simone Lupi, che dice di aver ascoltato i gestori della struttura i quali hanno precisato che non è mai il ragazzo a intrattenere rapporti con l’utenza, bensì il responsabile del team bagnini.
Tuttavia gli assidui frequentatori della struttura sportiva sanno bene che è abbastanza normale durante i giorni estivi udire i bagnini a riprendere i soliti bulletti del quartiere, che di regole non ne vogliono proprio sapere.
Se così fosse, questo particolare importantissimo, accaduto alla fine della scorsa settimana potrebbe ben presto dare un nome e un volto al killer che ha premuto con freddezza il grilletto per ammazzare senza pietà un ragazzo di appena 18 anni. Indubbio che ci troveremo di fronte a qualcosa di molto peggiore del solito bullismo, ma all’espressione violenta e deviata di una società malata, dove i confini superano di gran lunga ogni tipo di immaginazione. Insomma una jungla selvaggia dove il più prepotente la vince sui più deboli.
L’ambiente della boxe
Ad aprire nuove ipotesi spunta una testimonianza davvero importante: “A Sforna: mo’ famme vede’ quanto sei forte”. E poi: “Che facevi? Er pugile? Mo’ vedemo”. Sono queste le parole che avrebbe pronunciato il killer prima di sparare a Edoardo. Parole udite da Mahmoud Younes, il titolare del locale, che per primo ha soccorso il giovane in attesa che arrivassero i soccorsi. Minuti durante i quali la vittima agonizzante avrebbe potuto raccontare di più al suo datore di lavoro. Ma c’è un pero’, perchè la pizzeria Jolly tra i suoi clienti annovera qualche pregiudicato, per cui lo stesso proprietario potrebbe aver paura di raccontare tutta la verità. A fronte di questa nuova rivelazione le indagini si potrebbero spostare anche nell’ambiente della boxe, ovvero nella palestra dove Edoardo si sarebbe allenato per un certo periodo.
L’identikit
Secondo gli ambienti giudiziari l’identikit dell’assassino di Edoardo sarebbe a buon punto. Le forze dell’ordine sommando tutte le informazioni giunte dalle varie testimonianze termineranno a breve l’identikit del killer, ma non lo divulgheranno pubblicamente. Almeno per il momento. “Per gli assassini – dicono gli uomini dell’Arma – sarebbe un vantaggio”.
Lo scooter rubato
Intanto i Ris stanno cercando qualche traccia nello scooter rubato e dato alle fiamme e poi rinvenuto assieme ai due caschi a 4 chilometri dal luogo del delitto, precisamente sulla Via Anagnina verso i Castelli Romani.
Insomma i due personaggi non devono essere così sprovveduti ed è probabile che siano già censurati, considerando la dinamica e la freddezza con cui hanno agito.
E ora si aggiunge anche il sospetto che i due assassini abbiano sottratto l’arma a un loro parente.
Una lite per strada
Una cosa è certa. I due sicari hanno pianificato nei minimi particolari come portare a termine questo efferato delitto e far perdere le loro tracce. Un omicidio difficile da accettare probailmente scaturito da un alterco nato in piscina, oppure da una lite verbale scoppiata per la strada, magari mentre Edoardo consegnava le pizze. Tutte ipotesi per ora al vaglio degli investigatori. Tuttavia è’ sempre più difficile credere a questa vicenda che ha assunto dei risvolti ancora più inquietanti di quanto si poteva credere. Ora si attende una svolta decisiva nelle indagini, auspicando che i due malviventi siano presto consegnati alla giustizia.
I funerali
L’ultimo saluto a Edoardo sarà celebrato il 29 agosto alle 11,30 presso la Chiesa di San Matteo Apostolo di Via Anagnina 373. La salma del giovane sarà poi tumulata al cimitero di Colli di Rarete in provincia de L’Aquila.