BRESCIA – I quattro giovani dal 30 ottobre scorso resistono sul braccio meccanico nel cantiere metropolitano. La determinazione li ha sorretti contro freddo, acqua e fame e ha impedito loro di cedere nei momenti più difficili.
Dopo giorni di disordini, accaduti tra manifestanti, giunti da tutto il nord Italia e le forze dell’ordine e dell’attenzione mediatica che ha enfatizzato le richieste e le ragioni della protesta, le autorità preposte hanno attivato, finalmente, le trattative per convincere i quattro a scendere. Proprio in queste ore, un avvocato da loro nominato è sotto la gru. Per poter conferire meglio con il difensore, e alleviare il disagio dell’altezza, due immigrati sono scesi di alcuni metri dalla gru. Non si può negare che gli scontri dei manifestanti di sabato e domenica hanno riportato Brescia indietro nel tempo, agli anni 70. Importante è stata la decisione presa da Cgil, Cisl e la Diocesi bresciana che, non solo appoggia la giusta causa, ma metterà i quattro della gru nella condizione di poter difendere i propri diritti prima di scendere.
Cgil, Cisl e la Diocesi di Brescia, nella figura di Padre Mario Toffari, propongono ai quattro migranti: “Le iniziative da voi assunte hanno messo in luce, con drammaticità ed efficacia, l’esistenza di una vera e rilevante questione riguardante l’accertamento ed il riconoscimento di diritti, l’assegnazione dei permessi di soggiorno e le istanze di regolarizzazione”. Non solo: “I legali saranno presenti al momento della vostra discesa ai piedi della gru. Vi verrà garantito un trattamento umanitario. I risultati da voi ottenuti, quali la solidarietà e tutte le iniziative, anche a livello parlamentare, per modificare l’attuale legislazione, non verranno in questo modo annullati”.
Le trattative
La proposta è stata recapitata durante la notte ai quattro contestatori con i seguenti punti:
- avvocati di fiducia presenti al momento della discesa dalla gru
- presidio autorizzato a Brescia
- apertura di un tavolo di discussione in Prefettura in concerto con coloro che sostengono i migranti nella protesta
Il legale scelto avrà il compito di accompagnare e assistere il migrante, per tutto l’iter di identificazione, e lo accompagnerà in tutte le azioni legali che lo riguardano. Qualsiasi richiesta avanzata sarà in relazione ad ogni singola posizione, così potrà essere esperite per l’ottenimento di eventuali benefici. Ultimo e importante punto è la garanzia di ottenere un trattamento umanitario anche agli altri 2 uomini scesi nei giorni scorsi.
Il Ministro Maroni risponde
Da un convegno di Milano il Ministro rilancia: “Dire che la politica del governo italiano sull’immigrazione è basata sui respingimenti è una stronzata. Gli immigrati possono avere tutti i diritti che vogliono se sono regolari, ma finché sarò io ministro non potranno mai avere quello di voto”. I ragazzi della gru, hanno denunciato, e sottoposto all’oppinione pubblica una “sanatoria fufa” che li vedeva derubati economicamente e ignorati nel diritto. Forse, per qualcuno, sarebbe stato meglio il silenzio e la sottomissione. Infondo, quante pretese per una “sanatoria andata a male”. Ciò che riusciranno ad ottenere i quattro, sarà a beneficio di molti, che condividono la stessa condizione, ma che solo gli uomini della gru, con forza e grinta, sono stati capaci di denunciare.
La protesta di Milano
Durante la notte, due migranti dei 5 occupanti sull’ex torre Carlo Erba, sono scesi. Da circa 10 giorni a Milano si vive la stessa protesta bresciana. I due uomini, sono scesi alla chetichella e si sono dileguati, senza essere identificati. I tre restanti sulla torre fanno sapere che non hanno intenzione di cedere.