Santa Rita, la clinica degli orrori. 15 anni all’ex primario

MILANO – Si sono pronunciati i giudici, della quarta sezione penale del tribunale di Milano, Luisa Balzaretti, Carmen D’Elia e Orsola De Cristoforo, a mezzanotte, dopo quattro giorni di consiglio, sul caso della clinica degli orrori.

Sono stati inflitti 15 anni e 6 mesi all’ex primario della clinica, Pier Paolo Brega Massone, 10 anni e 6 mesi a Pietro Fabio Presicci e 9 mesi a Marco Pansera. Altri cinque medici imputati hanno ricevuto pene che variano dai tre anni, a 1 anno e 6 mesi ed è stato assolto Giuseppe Sala, che all’epoca dei fatti era anestesista.  Inoltre, a risarcimenti, vanno dai 50mila ai 70mila euro nei confronti dei pazienti per i cui sono stati condannati.
Le accuse formulate dalla magistratura sugli imputati sono gravissime. Tra il 2005 e il 2007, 83 pazienti hanno subito interventi assolutamente inutili e dannosi, abnormi e invasivi, in persone anziane,  con pregresse patologie e naturali fragilità, deliberatamente ignorate, al fine unico di gonfiare gli incassi personali e della clinica.

Il caso Santa Rita
il caso Santa Rita esplode nel giugno del 2008 quando la Guardia di Finanza, dopo accurate indagini, arresta 13 medici e il titolare della Clinica privata, Francesco Pipitone. Da subito Francesco Pipitone, titolare della clinica privata, patteggia la pena, mentre gli altri accusati sono mandati in giudizio con rito immediato.
È subito riconosciuto come un caso clamoroso e orribile di mala sanità, tanto da essere ribattezzata la Clinica degli orrori.
L’inchiesta ha riempito centinaia di faldoni per 86 parti lese accertate. Il procedimento ha richiesto, in questi anni, 2 udienze settimanali, ed è stata svolta in tempi rapidi.
Sono state riconosciute lesioni gravi e gravissime, truffa al sistema sanitario nazionale. In sintesi i medici prescrivevano interventi non necessari. Sono stati esportati polmoni, mammelle, come nel caso del semplice nodulo di una 18 enne, e in altro caso si è constatato un accanimento terapeutico, come l’88 enne, affetta da tumore, operata 3 volte in tre mesi. Sono stati riscontrati interventi senza consenso dei pazienti o dei parenti.

Le intercettazioni
Fondamentale l’ausilio delle intercettazioni, che testimoniano la crudeltà delle conversazioni, dei medici,  senza remore, che organizzavano e pianificavano interventi, quantificando apertamente i guadagni delle operazioni. I colonnello della Guardia di Finanza Cesare Marangoni, che ha condotto le indagini, evidenzia l’importanza delle intercettazioni soprattutto nel caso dell’individuazione di omicidio colposo.  

I guadagni dei medici
Presi in esame gli stipendi di alcuni medici, si è scoperto che questi erano inferiori ai 2 mila euro mensili, ma con la proficua organizzazione e grazie ai rimborsi gonfiati, gli stipendi sono lievitati fino a 27 mila euro mensili.

L’ex primario dal carcere
Pier Paolo Brega Massone, attualmente detenuto,  commenta dal carcere, dopo la sentenza: “sono un capro espiatorio di una situazione più ampia”. L’avvocato difensore dichiara: “ non ci aspettavamo condanna simile, infatti, avevamo chiesto l’assoluzione per motivi fondati, anche se rispettiamo le sentenze del Tribunale”. Brega Massone, al momento, resta in carcere perchè accusato anche di quattro omicidi, infatti, attualmente sono aperte altre inchieste in merito.
Il Massone, si è sempre dichiarato innocente ed estraneo ai fatti.

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