Libreria Croce: chiusura anticipata?

ROMA – Per gli amanti dei libri e per i cultori della materia/disciplina una nuova brutta notizia:  il 30 novembre prossimo la storica libreria Croce in corso Vittorio Emanuele in Roma, chiuderà molto probabilmente i battenti, l’effetto della crisi e la costante difficoltà delle librerie indipendenti costringono la storica libreria a rivedere i piani ed il futuro.

«Dal 30 novembre la libreria chiuderà per inventario, poi si vedrà sono le parole del proprietario, Rodrigo Dias, secondo il quale al momento non si possono dare date precise sulla possibile riapertura – se mai ci sarà -.
La situazione diventa sempre più insostenibile per le librerie indipendenti e secondo il proprietario è giunto il momento che le istituzioni prendano decisioni importanti per salvare le piccole e medie società.
Il problema aggiungiamo noi è che mai come oggi l’acquisto di libri, cd e simili avvenga sempre più tramite internet dove sconti e risparmi di tempo sono una garanzia.
Certo verrebbe da dire che questa garanzia non aiuta la comunità, anzi la disgrega in isolamenti a carattere individualistico, ma questo nulla toglie al mercato on-line più facile ed economico.
La fine delle piccole e medie librerie, non solo capitoline, deve far riflettere sul fatto che verrà sempre meno la figura professionale del libraio; figura che non ha il solo compito di vendere libri, ma racchiude in sé tanti piccoli mondi che vedono nella vendita l’ultimo e non meno importante dei compiti del libraio.

La chiusura temporanea o definitiva della libreria Croce, pone in essere non solo la domanda relativa al futuro dei dipendenti ma anche l’ancor più impegnativo quesito se sia una buona scelta quella di perdere luoghi simbolo della cultura di una città a scapito dei grandi magazzini dove gli addetti sono sempre meno librai e sempre più singoli venditori di merce.
È poi così bello comprare dai mercati la cultura? Qualche dubbio, mi si permetta, rimane e pervade la mia coscienza di lettore e sostenitore delle botteghe di quartiere, se così è lecito chiamarle.
Con ogni probabilità, la libreria chiuderà nel silenzio generale dei cittadini, salvo per gli storici clienti e gli abituali saltuari del caso, al suo posto, e ne siamo quasi convinti, troveremo un albergo o un ristorante/pub; come ogni cosa cadrà nel dimenticatoio, salvo ripensare, dopo – quando sarà troppo tardi! -, che forse una libreria con i suoi librai avevano un sapore più squisitamente genuino degli attuali grandi magazzini e di quei chiassosi pub notturni che ne vanno prendendo il posto.
Ma sono solo opinioni personali, non me ne vogliate per questo.
Di fatto, è nella storia dell’uomo andare avanti perdendo spesso i pezzi migliori, l’attesa è solo all’inizio, l’augurio è che la libreria possa trovare la forza di andare avanti, cercando se possibile di adeguarsi ai tempi correnti e alle nuove forme di compra-vendita.
Prima che gli e-book soppiantino del tutto il gusto bello di sfogliare le pagine di carta e non virtuali pagine di freddi schermi.

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