Mafia, l’allarme di Libera: “Nel Lazio è ben radicata”

“Nel Lazio la criminalità organizzata è radicata. E ora si sta manifestando nella sua accezione più violenta. Era inevitabile”. Ad affermarlo è Antonio Turri, coordinatore di Libera Lazio, che ha parlato dell’emergenza sicurezza a Roma e di come la Capitale sia in preda alla criminalità organizzata e, più in generale, alle mafie. Una presenza che si evince dalle ricerche stilate negli ultimi cinque anni, che vedono i litorali nord e sud quartier generali di queste organizzazioni.

“Lo diciamo da tempo – afferma Turri – e gli omicidi di Ostia come l’operazione Golfo sono la dimostrazione di come sia impossibile parlare nel Lazio e nella Capitale solo di infiltrazioni ma che al contrario siamo già in una fase avanzata di radicamento delle mafie. Le mafie nei nuovi territori dapprima investono, poi tendono a contaminare. Creano metastasi. Si diffondono, corrompono lentamente, in silenzio. Il pericolo è rappresentato da un sistema di criminalità economica, che contamina anche i territori, dal punto di vista sociale e culturale”.

Una mafia nel Lazio che per la maggior parte proviene dalla Campania e dalla Calabria. “Certe presenze – spiega il coordinatore di Libera – alcune famiglie delle mafie campane, vivono nel sud pontino da circa trent’anni. La prova del radicamento e’ la penetrazione capillare della camorra attraverso gli investimenti, persino nelle isole pontine, con il riciclaggio di enormi quantità di denaro, che vengono tuttavia indirizzate anche da persone del posto”.

In particolare, da tenere sott’occhio le isole. Le isole del Lazio – spiega Ancora Turri – sono nel mirino delle mafie e rappresentano la nuova frontiera degli interessi criminali. E’ necessario che l’economia sana che rappresenta la maggior parte tenga alta la guardia, la moneta buona deve scacciare quella cattiva, ed affiancare l’encomiabile lavoro delle forze dell’ordine e della magistratura, che non può essere lasciato solo”.

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