Via Poma, nominati tre esperti per maxi-perizia

Sono tre i periti ai quali la Corte d’Assise d’Appello di Roma ha affidato questa mattina la maxi-perizia sulla morte di Simonetta Cesaroni, uccisa l’agosto del 1990 in via Poma e per la cui uccisione e’ stato condannato in primo grado l’allora fidanzato Raniero Busco.

A Carlo Previteré, Paolo Fattorini e Corrado Coppola il compito di chiarire i punti su cui il 24 novembre scorso i giudici hanno disposto la maxiperizia: l’ora dell’omicidio, la natura delle lesioni provocate dalle 29 coltellate inferte e le modalità di conservazione dei reperti utilizzati per le analisi genetiche. Risposte dovranno essere fornite anche sull’impronta del morso sul seno sinistro della vittima e sulle tracce ematiche trovate su una porta interna dell’appartamento dove fu uccisa.

I tre medici legali inizieranno a lavorare sulle perizie il 20 dicembre e avranno novanta giorni di tempo per rispondere alle fondamentali domande. I giudici della Corte d’Assise d’Appello, presieduta da Mario Lucio D’Andria con a latere Giancarlo De Cataldo, inoltre quindi rinviato la prossima udienza al 27 marzo: per quella data saranno pronte le risposte dei periti, che lavoreranno nel dipartimento di Medicina legale dell’università di Pavia.

Intanto, ieri, lo storico avvocato della famiglia Cesaroni ha lasciato l’incarico. Lucio Molinaro, 76 anni, ha rimesso il mandato dopo che i giudici, accogliendo alcune istanze della difesa dell’imputato Raniero Busco, hanno di fatto riaperto il dibattimento. E’ stato lui stesso a spiegare in un’intervista al TgR Lazio i motivi della scelta. “Busco ha detto cose che non coincidevano con la realtà e in qualche occasione ha mentito- ha detto l’avvocato- però io sono critico con la sentenza di primo grado. Siamo rimasti tutti un po’ insoddisfatti per come e’ andato il dibattimento. Ho sempre pensato che ci volesse una superperizia. Per questo ora sono contento che venga fatta. Ho contribuito a ottenere la sua condanna, anche se solo al termine delle fasi successive si potrà sapere se è il colpevole. Quello che conta comunque è che venga fuori la verità una volta per tutte”.

Oggi il legale era presente in udienza per passare il testimone ai suoi colleghi: “Ora – ha spiegato invece fuori dall’aula – resto comunque a disposizione, qualora mai la famiglia avesse ancora bisogno di me”.

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