Tor Pignattara, caccia aperta ai due killer. Moglie sotto choc: “Erano belve”

Ci sarebbe un testimone che sta fornendo informazioni alla Polizia. Vertice in prefettura

 

E’ caccia ai due killer del 31enne cinese e della figlia di pochi mesi uccisi con un colpo d’arma da fuoco ieri sera durante una rapina in via Giannoli, a Tor Pignattara. Nella notte i carabinieri hanno ascoltato  numerosi testimoni per acquisire particolari utili alle indagini. A quanto ricostruito finora, sono stati esplosi uno o al massimo due colpi durante una colluttazione.

Non si esclude che siano partiti per sbaglio e che i rapinatori non volessero uccidere. Dai primi accertamenti sembra che lo stesso proiettile abbia colpito la bimba alla fronte e poi il padre al torace. Nella notte sono stati effettuati numerosi posti di blocco nel quartiere e in altre zone. Si cerca tra i pregiudicati italiani dediti alle rapine. Intanto é in corso una riunione tecnica in prefettura a cui stanno partecipando i vertici delle forze dell’ordine e rappresentanti delle istituzioni.

 

LA DINAMICA – ”Erano in due e li ho visti scappare a piedi con i volti coperti dai caschi”. C’e’ un testimone che potrebbe fornire elementi importanti sulla rapina finita nel sangue avvenuta ieri sera a Roma, nel quartiere Casilino, dove un’intera famiglia di cinesi e’ stata aggredita a colpi di pistola. Un uomo di 31 anni, proprietario di un ”Money transfer” della zona, e’ stato ucciso insieme alla figlia di 6 mesi che aveva in braccio. Lui e’ stato colpito al torace, mentre la bimba in testa. Ferita lievemente la moglie dell’uomo, aggredita dai malviventi con un taglierino.

”Ho sentito gli spari e poi le urla”, ha detto un connazionale delle vittime che abita a pochi passi dal luogo della rapina. ”Il padre di Zhou Zheng gestisce un bar all’angolo con via Casilina, a una manciata di metri da casa sua, dove e’ stato ucciso. So che suo padre si era ammalato e per questo Zhou Zheng questa sera ha dovuto chiudere lui stesso il locale – spiega ancora il testimone – probabilmente li hanno seguiti perche’ sapevano che sua moglie Zheng Lia aveva in borsa l’incasso”.

Nel quartiere periferico di Roma, uno dei piu’ multietnici della citta’, si sono fermati molti stranieri, che osservavano attoniti il cadavere di Zhou Zheng e l’ambulanza dove e’ morta la figlia di sei mesi. Lacrime e disperazione negli occhi dei familiari della vittima, la cui unica speranza ora e’ quella che venga loro resa giustizia con la cattura dei malviventi.

 

LA MOGLIE – Ripete sotto choc quella frase pronunciata da uno degli assassini di suo marito e sua figlia: ”Ti ammazziamo come un cane”. Non si da’ pace Zheng Lia, 26 anni, la moglie del 31enne cinese ucciso insieme a sua figlia di 6 mesi durante una rapina ieri sera a Roma, nel quartiere periferico del Casilino. La donna ha visto uccidere davanti ai suoi occhi suo marito e sua figlia, dopo aver tentato di reagire ai due rapinatori che l’hanno colpita con un taglierino al braccio.

”Erano delle belve”, dice terrorizzata la donna che e’ stata soccorsa e portata all’ospedale San Giovanni di Roma. Zheng Lia ha parlato con gli investigatori per alcuni minuti ricordando gli attimi di terrore: stava inserendo le chiavi nella toppa del portone quando i rapinatori si sono avvicinati e uno di loro l’ha ferita al braccio perche’ lei si rifiutava di consegnare la borsa con l’incasso del bar di 5.000 euro. Poi gli spari contro il marito che teneva in braccio sua figlia. In pochi istanti erano entrambi a terra in una pozza di sangue. Inutili i tentativi di rianimazione dei medici giunti con l’ambulanza.

 

QUARTIERE IN LUTTO – ”Era seduta a terra, con la bimba tra le braccia, non piangeva. Guardava la figlia, la accarezzava e sembrava non capire quello che era successo. Questa immagine non la dimentichero’ mai”, racconta cosi’ quello che ha visto un uomo di 35 anni che abita di fronte al luogo in cui un cittadino cinese di 31 anni, Zhou Zheng, e la sua piccola di sei mesi sono stati uccisi durante una rapina nel quartiere Casilino. L’uomo era a casa quando ha sentito i colpi di pistola e le urla, si e’ affacciato subito ma gli aggressori erano gia’ scomparsi. Quello che ha visto e’ Zheng Lia, 26 anni, moglie e madre delle vittime, seduta per terra con la piccola in braccio. La donna non piangeva piu’, era come in trance, illuminata dalle luci intermittenti delle sirene, mentre arrivavano i suoi parenti che urlavano disperati.

Nel quartiere oggi c’e’ un silenzio irreale. Un mazzo di margherite bianche con un nastro viola campeggia tra i rilievi della scientifica. ”Vivo a Roma da 60 anni, non avevo mai sentito di una bambina uccisa durante una rapina, sono sconvolta”, dice una signora parlando a voce bassa. ”Povera bambina” e’ la frase che ripetono italiani, cinesi e bengalesi, residenti e negozianti, tutti sconvolti dalla violenza dell’aggressione. ”Erano brava gente”, raccontano in tanti.

“Abbiamo chiesto – afferma Giammarco Palmieri, presidente del Municipio 6 – la convocazione urgente di una seduta del Tavolo per l’ordine e la sicurezza, e martedi’ 10 alle ore 17 svolgeremo una manifestazione per le strade del quartiere, con partenza da piazza della Marranella, per esprimere solidarieta’ alle vittime e chiedere un maggior controllo del territorio”.

 

LUTTO CITTADINO– ”Per le vittime del brutale omicidio avvenuto a Torpignattara, Roma Capitale ha proclamato il lutto cittadino per il giorno delle esequie”. Lo comunica, in una nota, l’ufficio stampa del Campidoglio, dopo l’uccisione di padre e figlia di 9 mesi, entrambi cinesi, durante una rapina avvenuta ieri sera alla periferia di Roma.

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