Scuole senza alunni per la neve. “Presenti” solo gli insegnanti

Il personale nella maggior parte dei casi c’e’ (docenti, bidelli, tecnici, segretari). Gli alunni no. L’allerta maltempo a Roma e l’ordinanza del sindaco, alla fine, hanno svuotato le classi.

Con casi limite come quello del liceo Newton di viale Manzoni dove su 1.200 alunni se ne sono presentati due. Uno e’ Medi, 16 anni, terza H, che racconta: “Non pensavo si svuotasse la scuola cosi’. Adesso daro’ una mano in biblioteca”. Al Newton sono saltati un convegno e un incontro dei ragazzi con giornalisti Rai per preparare una intervista a Mario Monti. Domani niente visita dal Papa per cento alunni: i genitori allarmati non li mandano piu’.

“Ho 90 docenti a scuola- lamenta il preside del Newton, Mario Rusconi- e due alunni. Uno spreco totale. Il sindaco ha solo fatto confusione. Doveva chiudere e basta. Oggi sprecheremo corrente, riscaldamenti. Risorse umane. E poi non e’ nel suo potere dire che la scuola sta aperta, ma la didattica e’ sospesa. Inoltre la circolare ieri e’ arrivata dopo le 16”.

Classi vuote anche nella sede centrale dell’istituto comprensivo Solidati Tiburzi a Portuense: in tutto ci sono 25 alunni contro gli oltre 200 abituali. Il personale c’e’ tutto. Al plesso Cesana di Trastevere i bambini scarseggiano, le maestre sono al loro posto.

 

LA POLEMICA – “Istituto tecnico Enrico Fermi, quartiere Monte Mario: 870 alunni iscritti, presenti questa mattina solo uno. Personale docente e non docente al completo. Luce e riscaldamento attivi come ogni giorno scolastico. Questo e’ l’effetto dell’ordinanza ridicola che ha gettato in confusione migliaia di famiglie romane. La giunta Alemanno si conferma da avanspettacolo, e scarica sui romani la sua inconsistenza”. A denunciarlo in una nota Massimiliano Valeriani consigliere comunale Pd e Marco Palumbo consigliere provinciale Pd.

Replica su face book l’assessore alla Scuola di Roma Capitale, Gianluigi De Paolo. “Solo chi vuole fare polemica interpreta ‘sospesa attivita’ didattica’ come un dover restare con i ragazzi a braccia conserte… Se fossi un insegnante io rispiegherei qualcosa, approfondirei qualcos’altro, coglierei l’occasione di parlare di un argomento sul quale non sono riuscito a soffermarmi durante l’anno… Insomma renderei questa situazione una bella occasione educativa. Ringraziando Dio molti insegnanti lo faranno”.

Condividi sui social

Articoli correlati

Università

Poesia

Note fuori le righe