Campidoglio. Insegnanti e educatrici manifestano per salvare le scuole dell’infanzia

ROMA- Forte protesta in Campidoglio: migliaia di docenti in assemblea per salvare scuole dell’ infanzia e asili nido di Roma Capitale.  Insegnanti ed educatrici di Roma Capitale hanno dato vita ad una grande assemblea di settore  promossa  da Cgil-Cisl-Uil e terminata alle 11 in Campidoglio.

Una assemblea molto partecipata – sottolineano in una nota  le tre organizzazioni sindacali – che parlano di “rabbia, sconforto, esasperazion “. La “criticità della situazione” che riguarda un settore scolastico ,”cuore di Roma  Capitale  da mesi è stata  denunciate al Sindaco Marino ed all’Assessore Cattoi da Cgil-Cisl-Uil:“ Dopo anni di abbandono scuole ed asili nido-prosegue la nota dei sindacati-sono allo sbando ed a rischio chiusura. Le lavoratrici sono sconcertate ed allarmate: il loro unico pensiero, ad oggi, è stato difendere e tutelare i bambini, anche a rischio della propria dignità professionale, ora non ce la fanno più. “ La denuncia  è durissima. Si parla fra l’altro di “ bambini accatastati insieme in aule sempre diverse, il risultato devastante della carenza di supplenti nel settore e della totale mancanza di strategie politiche per risolvere quello che è, ormai, un vero e proprio dramma sociale e di civiltà.” Il settore educativo- scolastico-proseguono i sindacati- fiore all’occhiello di una fra le più belle città  del  mondo, si e’ tristemente appassito. Aggravano la situazione strutture spesso prive di una buona manutenzione ordinaria e talvolta straordinaria, pertanto incapaci di garantire ai piccoli utenti standard minimi di sicurezza.” L’ assemblea delle lavoratrici,fortemente partecipata,migliaia di docenti presenti, ha dato mandato pieno a Cgil-Cisl-Uil di aprire una vertenza, non escludendo il ricorso alle vie legali, con l’Amministrazione “per ricondurre alla normalità una situazione esplosiva:in mancanza di supplenti,con troppe strutture fuori norma, didattica e pedagogia annichilite –conclude il comunicato sindacale- i primi a rischiare sono i bambini e le loro famiglie,senza contare l’esasperazione delle lavoratrici allo stremo delle forze fisiche e psicologiche e preoccupate ulteriormente dei propri salari, già magri e messi addirittura in discussione dall’Amministrazione.”

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