ROMA – “L’aggressione subita da un operatore della stazione metro di Piramide nella serata di venerdì scorso ripropone drammaticamente il problema della sicurezza delle lavoratrici e lavoratori che svolgono in Atac attività di front-line”.
Così, in una nota, Marco Capparelli, Gianluca Donati, Simona Rossitto e Valentina Iori, segretari di Filt Cgil, Fit Cisl, Uil Trasporti e Ugl Fna di Roma e del Lazio. “A causa di scelte aziendali quantomeno opinabili – aggiungono – si è aggravato, negli ultimi anni, il rischio per i dipendenti che si trovano ad operare in luoghi isolati o in situazioni particolarmente difficili. Il personale di stazione, in particolare, è stato abbandonato completamente a se stesso. C’è stato un notevole ridimensionamento della vigilanza nelle stazioni della metropolitana senza contestuali investimenti di risorse nella sicurezza o nella riorganizzazione del lavoro almeno nelle stazioni “a rischio”, in un contesto che registra escandescenze quotidiane dei clienti alle prese con i disservizi e un continuo aumento delle aggressioni”.
“A fronte dei molti articoli apparsi sulla stampa, che in alcuni casi riprendono i tuwit dell’utenza contro l’immagine e l’operato del personale di front-line, contribuendo ad alimentare un’assurda insofferenza nei confronti di chi indossa la divisa Atac – proseguono – non si ha notizia di alcuna comunicazione aziendale a tutela e salvaguarda dei propri dipendenti. Anzi: Atac continua a incoraggiare le segnalazioni tramite i social network, scaricando sulle lavoratrici e lavoratori il penoso stato del servizio offerto. Sicuramente, dopo il cambio di guardia al Campidoglio e i buoni propositi annunciati dalla nuova giunta, ciò che questa classe dirigente e la proprietà offrono alle lavoratrici e ai lavoratori e alla cittadinanza non sembra ispirato né alla razionalizzazione della spesa né alla giustizia né alla meritocrazia. Il taglio al numero dei dirigenti, ai super minimi e ai vari privilegi resta lettera morta e l’unico taglio davvero effettuato ha riguardato la sicurezza. Questo non è tollerabile”. “Sin d’ora – concludono – ci attiveremo per richiamare l’attenzione dell’azienda e della proprietà sulla gravità della situazione anche in vista dello sciopero di 24 ore del 7 aprile, proclamato per rivendicare una riorganizzazione e un rilancio del trasporto pubblico e privato a Roma e nel Lazio”.