Esodati. Per Fornero difficile trovare le risorse per tutti. Eppure un modo ci sarebbe

Il problema per i primi 65 mila “esodati” dovrebbe essere risolto a breve, perché, ha sottolineato la ministra del lavoro, le risorse ci sono. Finalmente questi primi reietti potranno avere una qualche sicurezza sul loro futuro, cioè una pensione, avendo firmato un patto che lo Stato ha successivamente rinnegato.

Ma quella non è che una parte della platea investita dalla cosiddetta “riforma” delle pensioni, che ha innalzato l’età pensionabile per tutti, senza guardare in faccia a nessuno, nemmeno a quelli che avevano imboccato una strada incentivata per far risparmiare la propria azienda dell’onere di stipendi troppo elevati (in molti casi, in queste aziende, sono entrati al loro posti giovani con salari molto più bassi e con contratti precari). Secondo il governo ce ne sarebbero altri 130 mila scoperti; secondo i sindacati, il numero è molto più alto: 300 mila.

Per questi ultimi, allo stato, non c’è alcuna certezza. La ministra ha già messo le mani avanti: «Oggi non abbiamo a disposizione la somma necessaria». Giustamente, Vera Lamonica (Cgil) sottolinea: «C’è un errore a monte  il decreto è concepito sulla base delle risorse disponibili e non in base alla platea di lavoratori interessata da accordi, penalizzata dalla riforma pensionistica».

Ecco, appunto: il problema lo ha creato questo governo, che, nel suo furioso accanimento contro il  sistema pensionistico italiano, accusato di essere la fonte del disastro dei conti pubblici (una colossale bugia, perché la vera causa del dissesto di bilancio è stata la corruzione quarantennale del sistema partitocratico), non ha posto, nella legge cosiddetta di “ riforma”, i necessari correttivi perché essa non fosse applicata a tutti coloro che erano già fuori dal proprio posto di lavoro, avendo concordato una data di collocamento a riposo.

La seconda bugia del governo e, in particolare, della ministra Fornero è che non ci siano le risorse per finanziare la soluzione del problema degli esodati. Esse possono essere trovate in un modo molto semplice: con una imposta sui grandi patrimoni. Nel nostro Paese, il 10% della popolazione detiene circa il 50% della ricchezza prodotta. Secondo i dati forniti da una ricerca del «Credit Suisse», un centro studi non esattamente bolscevico, il nostro Paese presenta la caratteristica peculiare di essere, nel mondo, quello con una percentuale di ricchi maggiore rispetto alla popolazione. Circa il 6% sono sulla cuspide della piramide, una percentuale superiore a quella di Paesi come la Francia o la Germania. Si tratta di 1,5 milioni di persone, fornite di ingenti patrimoni in Italia e all’estero, alle quali si potrebbe imporre una risibile (per loro) imposta di tremila euro all’anno per un certo numero di anni (o per sempre). Il gettito ammonterebbe a 4,5 miliardi di euro, con il quale finanziare il costo degli esodati (la proposta è stata fatta dal professor Luciano Gallino). La giustificazione etica di questa patrimoniale l’ha fornita qualche giorno fa un insospettabile, Italo Bocchino: «Si potrebbe spiegare a queste persone che il sistema italiano gli ha consentito di arricchirsi in questo modo ed è giusto allora che contribuiscano più di altri al suo risanamento». La spiegazione non fa una piega, anche perché proviene da un ex berlusconiano pentito.

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