La politica della volgarità, teatrino dell’indecenza

ROMA – Quando le accuse gratuite diventano  una moda così diffusa la dialettica politica è perdente. Beati gli anni passati, quando guardando la Tribuna Politica in bianco e nero ci si poteva fare un’idea di una questione, se non addirittura prendere posizione su alcuni problemi del Paese.

Quando uomini politici del calibro di Enrico Berlinguer o Giorgio Almirante stavano seduti davanti una telecamera fissa e si confrontavano civilmente. Discutevano, a volte difendendo vigorosamente ognuno la propria posizione, ma senza mai perdere le staffe, senza arrivare agli insulti, alle minacce, alle offese gratuite. Insomma tutto avveniva nel reciproco rispetto dell’avversario, come si insegnava nelle scuole di preparazione politica, come dovrebbe essere ancora adesso. Invece, specie in questi ultimi anni, gli episodi spregiudicati che hanno ben poco a vedere con l’etica politica sono diventati una vera e propria abitudine, quasi fosse un rituale propiziatorio. Si parte dall’insinuazione, si arriva alla violenza verbale, per finire alle accuse personali. Il passo è breve.

Sarà l’audience televisiva della volgarità diventata – ahimè –  un passo obbligato per garantirsi la visibilità a chi non ce l’ha, e far parlare di sè a chi è stato dimenticato. Di certo il circo della politica è davvero desolante.
 
Non ultimo lo scontro Pierluigi Bersani-Beppe Grillo, in cui una frase del primo che accusa coloro che adottano un linguaggio tipicamente fascista per offendere e denigrare scatena la reazione esagerata del secondo, il quale addirittura accusa l’altro di essere un piduista. E le accuse vanno in un crescendo continuo, irrefrenabile, perchè ormai la scintilla tra i due è scoccata ed ha provocato un incendio dalle vaste proporzioni. Così  altri si sentono legittimati ad intervenire chi a difesa del primo oppure del secondo, esprimendo a loro volta  parole velenose contro parole taglienti. Una spirale senza fine, dove ogni arma è lecita per affossare l’avversario senza pietà.

E così mentre la scaramuccia si anima e si allarga lo scontro a macchia d’olio i veri problemi del Paese vengono sotterrati dalla volgarità. L’Italia è un Paese fermo e privo di  soluzioni efficaci anche e soprattutto per questo motivo. Un atteggiamento suicida, politicamente parlando, che non porta da nessuna parte. Anzi finora ha  ulteriormente penalizzato gli ignari spettatori che spesso loro malgrado assistono a questo teatrino d’infimo ordine.

L’Italia, oggi più che mai, ha bisogno di uomini leali e onesti che usino il buon senso e che rispondino in ogni circostanza delle proprie azioni, che lavorino per la collettività, ma soprattutto che uniscano il dire al fare, senza cadere nella trappola del conflitto, segno di una decadenza che in questo preciso frangente va oltre ogni umana comprensione.

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