Renzi inaugura la politica del camper. Scenari delle primarie

ROMA – Premessa: riteniamo che le primarie, sia di partito che di coalizione, siano solo uno degli strumenti, e non il primo, per recuperare il rapporto fra forze politiche e cittadini.

La democrazia politica, la partecipazione, la ricostruzione della fiducia nei e verso i partiti, non si recupera  chiamando gli elettori ogni tre o quattro anni ad esprimersi sulle candidature. Non solo può anche accadere che le primarie provochino l’effetto contrario, vedi il Pd e il “caso” Napoli. Oppure siano uno strumento che delegittima ulteriormente le forze politiche, la loro credibilità, rafforzando quel male che è il leaderismo che tanti danni ha provocato al nostro paese che si è insinuato anche fra le forze progressiste, nella sinistra, prendendo il posto della collegialità che dovrebbe rappresentare la bussola di un partito. Insomma noi ci andiamo con i piedi di piombo. E la decisione di Matteo Renzi, il sindaco di Firenze che ha deciso di aprire la campagna elettorale  come candidato alle primarie di non si sa bene cosa ci induce ancora ad una maggiore prudenza.

Da molti mesi in campo il “rottamatore” del Pd

Da molti mesi il  “rottamatore” del Pd, area margherita, ex dc, andava annunciando la sua intenzione. Ha scritto anche un libro  che ha usato per conferenze, dibattiti, presentazioni, diciamo per farsi conoscere ad un pubblico largo. Ora ha deciso che dal 13 settembre aprirà la campagna elettorale. Girerà l’Italia con due camper, con le sue iniziative toccherà 108 province. Uno dei due camper trasporterà il suoi gruppo incaricato della organizzazione della campagna e della comunicazione. Nell’altro ci sarà lui. Dice che  farà il sindaco a metà. La mattina a Firenze, poi via col camper, là dove lo porta il cuore, direbbe Susanna Tamaro. La notte mentre il camper va il sindaco dorme e al mattino fresco, come una rosa, eccolo a Palazzo Vecchio. Ai suoi collaboratori e agli assessori, riportano le cronache locali, ha detto “ Per i prossimi tre mesi non voglio problemi.Vedetevela voi” Ha assicurato però che parteciperà a tante inaugurazioni.

  Primarie di partito e di coalizione, ancora non si sa

Prima considerazione: la legge elettorale è ancora al di là dal venire. Gli ottimismi di questi giorni, l’accordo è fatto, non hanno ragione di essere. Al Comitato ristretto della Commissione Affari costituzionali che si riunisce mercoledì i relatori del Pd e del Pdl presenteranno solo un documento  con le diverse posizioni su punti qualificanti della legge, leggi collegi o preferenze, premio di maggioranza al partito che vince o a coalizioni. Domanda: Renzi a quali primarie si candida? Di coalizione o di partito? Due cose ben diverse: se di partito si tratterebbe  di un vero e proprio congresso, senza le caratteristiche del congresso che prevede un percorso che nasce dalla base in cui si eleggono delegati fino ad arrivare alla platea nazionale congressuale. Sarebbe un confronto diretto con il segretario Bersani. Il partito, nei suoi iscritti,nei suoi quadri, assisterebbe a manifestazioni, dibattiti, la politica del camper, e poi il voto. Ci vuole ovviamente una modifica dello Statuto. Ma questa decisione, primarie di partito con ciò che ne consegue, il Pd non risulta la abbia mai prese.

Il programma del sindaco di Firenze lo scrive il prof Ichino

Fa sapere Renzi che il confronto o lo scontro si svolgerà sul programma di governo. Avrebbe già reclutato il professor Ichino, area ultraliberale, quasi liberista del Pd, un avversario dichiarato dell’articolo 18  dello Statuto dei lavoratori,  con l’incarico di mettere a punto il programma economico. Ma la direzione del Pd all’unanimità, di recente, ha approvato la “carta di intenti”, base per costruire il programma del  partito e avviando un grande dibattito per coinvolgere forze sociali, intellettuali, movimenti, associazioni. C’è qualcosa che non quadra.  Le primarie nascono come scelta fra candidati di una coalizione: hanno annunciato la partecipazione Nichi Vendola per Sel, Tabacci, assessore al comune di Milano, Boeri, anche lui assessore milanese  che si confronteranno con Bersani, Renzi, con statuto del Pd modificato perché prevede che il candidato del partito sia il segretario. Lo stesso Bersani ha più volte parlato di primarie di coalizione da tenersi entro novembre. Ma quasi di sicuro, se viene cambiata la legge elettorale, il premio di maggioranza andrà al partito che vince.

Il Pd presenterà la propria lista e annuncerà le alleanze prima del voto

 Dal Pd fanno sapere che non ci saranno listoni, che la lista del Pd è aperta a candidature esterne.Per quanto riguarda le alleanze il Pd si pronuncerà prima del voto Quindi niente primarie di coalizione.

Si torna perciò al partito. Sorge spontanea una considerazione. Se per caso vincesse Renzi, Bersani potrebbe continuare a fare il segretario?  E si pone allora la questione del congresso per eleggere il segretario  che, nel rispetto dello statuto, sarebbe anche il candidato del Pd. Ma è pensabile che si possa fare un congresso  mentre è in corso una campagna elettorale? Certamente no. Altro scenario: primarie di coalizione. Il segretario dei maggior partito della alleanza potrebbe essere sconfitto. Se la sentirebbe di continuare a fare il segretario di un partito che non lo considera all’altezza di ricoprire il ruolo di capo del governo?

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