D’Alema Ci vuole un uomo che unisce, sostengo Bersani. Se vince Renzi scontro politico

ROMA – Aveva detto “ non sono un cane morto”. E Massimo D’Alema, intervistato da Lilli Gruber a “ Otto e mezzo,” ha dimostrato se vince Renzi ci sarà uno scontro politico.

Ho l’impressione che quando uno parte con l’idea del ‘rompo tutto’, qualcosa alla fine si rompe. Siccome però penso che vincerà Bersani, mi sento già proiettato verso un incarico extraparlamentare” Lilli Gruber ha chiesto se aveva capito bene e D’Alema ha   risposto di sì ed ha raccontato che già due mesi fa aveva detto a Bersani che bisognava pensare a chi avrebbe preso il suo posto di candidato e eletto in Puglia dove non è facile prendere voti. Poi dice alla Gruber .”Ho cambiato idea” Cosa avviene? D’Alema legge i titoloni su articoli scritti da fantasiosi giornalisti “interpreti”primi fra tutti quelli di Repubblica, di quanto Bersani ha detto in una diretta con proprio con  Repubblica. Scopre che Bersani lo “  lo scarica”, lo “rottama” , “ non lo ricandida”: Sarà lo stesso Bersani, come vedremo a smentire  invitando i giornali, Repubblica in primo luogo a riportare quanto lui ha detto e cioè che  non ricandido nessuno, non spetta a me  ma al partito e che ci sono regole dello statuto che prevedono che chi ha compiuto tre mandati deve chiedere una deroga. Ridicole le spiegazioni di Repubblica: siccome Bersani ha dato  l’annuncio  che l’ex presidente del Consiglio avrebbe dovuto chiedere una deroga allo statuto , come per tutti coloro che hanno completato tre legislature, abbiamo pensato che D’Alema non era il tipo da chiedere deroghe  Bersani di fattolo scaricava.

Una foto orrenda con D’Alema   investito dal camper
 Poi è arrivata anche una orrenda foto che ha cominciato a circolare sul web. Si vede un uomo investito dal camper di Renzi. Porta al volto la maschera di D’Alema. Lo staff di Renzi ha detto che non sapeva niente di quella foto e che non condivideva. Ma ormai la frittata era fatta. Il segno delle conseguenze che può avere un confronto che non resta nei binari  del dibattito su problemi, cose da fare ma è segnato da una crescente violenza verbale del sindaco di Firenze. Anche oggi  dal suo staff sono arrivate  parole  che certo non si addicano a chi milita nelmedesimo partito accusando Bersani di  di slealtà per  le “ regole “ che la coalizione ha deciso  on merito alle primarie. Davvero un’accusa molto grave rivolta al segretario del partito , il Pd, di cui Renzi fa parte. E’ in questo clima surriscaldato che Massimo D’Alema ha detto la sua, intervenendo  a “ Otto e mezzo”,ponendo, è auspicabile la< parola fine al tormentone, chi si ricandida e chi non si ricandida, chi non ne vuol sapere, chi non si sente un “ rottame”. Un tormentone, pensiamo inconsapevolmente, in buona fede aperto da Veltroni con il suo annuncio  che avrebbe lasciato il  Palamento. Visto che si vota fra molti mesi forse poteva farne a meno. Certo non ha fatto il bene del partito, impegnato a costruire una coalizione non facile e, al tempo stesso,  fare in modo che il governo riveda la legge di stabilità nei punti essenziali., che l’agenda Monti non combini altri guai, che si veda qualche spiraglio nella politica del governo  verso scelte che guardano allo sviluppo, alla crescita.

Renzi non è il rimedio è peggio del male
D’Alema non ha digerito  di passare per il rottamato numero uno, persona che non ha più niente da dire, uno che ha solo combinato guai e le ha perse tutte. Ha rivendicato le cose buona fatte dal centrosinistra quando ha avuto la possibilità, con il voto degli elettori, di governare. Se il centrosinistra- ha detto- è quel fallimento che Renzi dice, come fa  a chiedere il voto per il centrosinistra? Misteri. Forse chiariti dal fatto che il capo dello staff di Renzi si è lasciato sfuggire che aveva pensato di lasciare l Pd e di fare una sua lista.

“Renzi   non è il rimedio -ha detto D’Alema– ma è peggio del male perché è un elemento di divisione. Il difetto del centrosinistra è stata la divisione, la fragilità delle alleanze, abbiamo bisogno, per evitare di tornare a questo errore, di una personalità che unisce, questa è la ragione  perché sostengo Bersani”e gli ha ricordato che non si tratta del congresso del partito. Quando ci sarà si vedrà, ci sarà un confronto, anche con parole dure, si misureranno le forze.  Sdi metta il cuore in pace “ non cancellerà la mia carriera”.

Aberrante dire “ io metto, io tolgo questa persona”
 E’ aberrante  questo modo di pensare edire io“metto o io tolgo questa persona se vince’. Non esiste- ha proseguito D0’Alema-, va contro i fondamentali della democrazia. Obama la prima cosa che ha fatto dopo la vittoria non è stato di far fuori Hillary Clinton ma di chiamarla a responsabilità comuni di Governo del Paese”. Ancora.:”L’elezione parlamentare non è impiego pubblico. Io sono stato eletto, non ho occupato un posto. Sono l’unico leader di centrosinistra che si è candidato nel collegio senza paracadute quando c’era una legge elettorale che faceva scegliere gli eletti direttamente ai cittadini. E, partendo da meno otto, ho avuto più tredici del centrosinistra. Ora, con questa legge elettorale non democratica in cui il consenso non è il metro della scelta, si incaniglisce il clima”. Ed a proposito degli applausi che raccoglie Renzi nel suo giro in camper ha sottolineato:  “Gli applausi – li misureremo alla fine, quando si voterà alle primarie. Dobbiamo unire. Non stiamo facendo il congresso del Pd dove pure sarebbe sgradevole. Stiamo discutendo governo dell’Italia». 


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