C’è anche Turandot, non solo Berlusconi. La bellezza dell’arte contro le miserie umane

 ROMA – Mentre una banda di arrabbiati, agli ordini di un pregiudicato, di lusso certo,ma sempre un pregiudicato, in quel di Forte  San Martino, Arcore,  decideva   di dar l’assalto al governo , in un paese della Toscana, Torre del Lago,Viareggio, Versilia, alcune migliaia di persone vivevano una straordinaria giornata in nome della bellezza, dell’arte, delle cultura.

Oltre Berlusconi  e le miserie umane che costui con i suoi accoliti impersona. Ci saranno stati, di sicuro anche suoi elettori, ma nessuno, ne siamo certi, ha pensato a lui, alla “banda Bassotti” riuniti  in quella villa sede di  “ cene eleganti”, oggi un Orte dove si tengono in continuazione consigli di guerra. C’è un altro modo di vivere, di andare oltre, termini molto abusati ma a volte rendono bene l’idea, come in questo caso. Insomma non c’è solo il pregiudicato, c’è anche Turandot, la perfida principessa che faceva uccidere  chi osava pretendere alla sua mano. Per noi, in questi giorni, diventata un simbolo di un’altra Italia che vive in tante manifestazioni nel segno della bellezza che è la grande risorsa del nostro Paese. Bellezza che incontri ad ogni angolo.

 

Lo spettacolo, la cultura deturpate nel ventennio berlusconiano

Il bel canto, la bella musica, l’arte, i paesaggi, i monumenti,  la cultura, lo spettacolo di qualità tutto quello che il ventennio berlusconiano ha cercato  di mandare in malora ti dice che devi andare oltre, ricostruire l’immagine del Bel Paese, deturpato da squallidi personaggi, incolti, veri e propri predoni. In quel piccolo paese che si affaccia sul lago di Massaciuccoli, sempre  calmo, ma infido, traditore, la bellezza ha preso la sua rivincita nel nome di un grande della lirica, del melodramma italiano, Giacomo Puccini, le cui melodie sono diventata “canzoni “,  Si chiudeva la “ stagione “ nel Grande Teatro che porta il suo nome, e si è voluto da parte della Fondazione Puccini, del Comune di Viareggio tornato al centrosinistra, della Regione,  promuovere una giornata di festa aperta a tutti,  musica in piazza a pochi passi dal lago e dalla casa in cui Puccini visse e compose le sue straordinarie opere. Il Corpo musicale “ G.Pardini”” di Torre del Lago, la musica qui è di casa ha  segnato l’inizio della giornata, con brani di ieri e di oggi, applauditi da un pubblico che si è fatto sempre più folto.  “ Toscana, arcobaleno d’estate”, promossa dalla Regione per valorizzare il turismo.

 

 Festival pucciniano:dalla  musica in piazza alle grandi melodie

 

Dalla piazza Belvedere ci si sposta all’interno di un grande giardino che racchiude un gioiello, immobile nella sua maestosa struttura che di volta in volta diventa scenario delle opere pucciniane. Il  titolo della iniziativa dice tutto: “ Viva il vino spumeggiante”, un immaginario brindisi collettivo di “ arie” musicali che hanno segnato la storia del  melodramma . E  si è partiti con  il canto forte di “ Cavalleria Rusticana” per rendere omaggio a Pietro Mascagni  che il  24 agosto del 1930 a Torre del Lago diresse Boheme. Insieme  si è voluto rendere omaggio a  Giuseppe Verdi , per ricordarne il bicentenario della nascita mandando in scena nel corso della stagione lirica “Rigoletto”. Hanno cantato i protagonisti delle serate del Festival, accompagnati dagli “ ottoni dell’orchestra del Festival. Ancora un evento, l’attribuzione del premio “Michelangelo Cupisti “ un artista viareggino scomparso poco più di un anno fa ad un giovane tenore, Angelo Fiore. E si avvicina  “ Turandot”. Il teatro si riempie, una grande conca con qualche migliaio di posti.

 

Un  popolo di spettatori provenienti da ogni parte del mondo

 

Ci sono persone di ogni età, anche bambini che non si perdono neppure una sillaba, con diversi colori della pelle. Ospiti  delle città d’arte delle Toscana provenienti da tutto il mondo che si confondono con i vacanzieri della Versilia arrivati direttamente dalla spiaggia. Un popolo di spettatori variopinto che piacerebbe alla ministra  Cecile Kyenge. Si troverebbero a disagio i leader leghisti impegnati in iniziative di marca razzista contro la ministra. Ma qui, dicevamo, siamo oltre anche agli alleati tradizionali dell’ex premier. E anche nel modo di vestire il “ popolo” del Festival va oltre, da chi in rigoroso abito da sera e chi arriva in pantaloncini. Turandot è un successo straordinario. Questa favola  ambientata a Pechino nel campo della lirica è l’unica opera che finisce bene. Puccini morì prima di aver portato a termine il lavoro, ma il finale nel nome dell’amore che sboccia fra Turandot e il principe Calef lo aveva già previsto.

 

  Maurizio Scaparro ,una regia che esalta la musica di Puccini

 

 Un’opera che ti avvince, una regia   quella di Scaparro che non trascura alcun particolare,anche minimo per farti vivere l’atmosfera di questa fiaba che si svolge a Pechino, per  avvincerti, per farti toccar con mano la musica del Maestro,  Le individualità di grande rilievo si fondono con un impagabile coro  composto più di cento persone di cui fanno parte bambini bravissimi. La direzione d’orchestra  del maestro israeliano Daniel Oren accompagna la maestosità fiabesca , la rende palpabile.  Giovanna Casolla che con Turandot ha calcato i palcoscenici di tutto il mondo raccoglie ovazioni a scena aperta così come il tenore  Marcello Giordani,l’americana Kristin Lewis,  è Liù la fedele schiava del principe che si uccide per di non rivelarne l’identità. E’ l’eroina  dell’opera e si avverte che Puccini fra i suoi personaggi più di ogni altro amava lei, una schiava che potrebbe  rappresentare i migranti di tutto il mondo.  A rendere ancor più suggestivo lo spettacolo, un altro spettacolo con il  palco che spesso viene illuminato dai fulmini  di  un temporale in mare che nella notte si svilupperà nell’entroterra con grande intensità. Finisce così con i protagonisti più volte richiamati in scena. Un premio alla bellezza. Domani è un altro giorno, nuovamente chiamati a raccontare le gesta del pregiudicato, della Santanchè, di Verdini, Capezzone, persone inutili, ma per questo ancor più pericolose. Che strazio.

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