ROMA – Noi ci saremo. In piazza S.Pietro a Roma sabato prossimo contro la guerra in Siria. E raccogliamo volentieri l’appello di Papa Francesco, aderendo anche allo sciopero della fame. Siamo ad una tragica svolta della vicenda del Medio Oriente, relegata agli ultimi posti del dibattito pubblico e politico italiano.
Non basta limitarsi ad esprimere dubbi e perplessità sull’intervento degli Stati Uniti e della Francia. Con motivazioni, tra l’altro, assai deboli, legate non ad una reale cultura della pace, bensì al groviglio dei problemi, alla complessità….Invece in Libia o in Iraq era tutto chiaro…. No, dobbiamo dire un NO secco ed inequivoco, perché solo la via diplomatica e negoziale puo’ restituire qualche speranza e un futuro ad un’area fondamentale e delicatissima del villaggio globale. Mantenere logiche imperialiste (?) e coloniali , utilizzando la guerra come modalità di soluzione dei conflitti, e’ la premessa per uno scontro mondializzato. Una linea di pace non è importante solo dal punto di vista umanitario, ovviamente essenziale. È una diversa e alternativa linea internazionale, fondata sul dialogo e sul rilancio delle Nazioni Unite. E se ne parli anche nel Parlamento, come e’ avvenuto in Gran Bretagna. Non si devono subire gli eventi in modo rassegnato. A Roma, ad Assisi, in tutta Italia si terranno iniziative pacifiste. Sarà un lungo girotondo contro la Morte, contro il riarmo della Siria che ha come protagonista proprio l’industria bellica italiana, contro il corto circuito “tirannia-guerra-nuova tirannia”. Papa Francesco ci richiama tutti -credenti e non credenti- alla mobilitazione morale. La politica, se vuole riabilitarsi, non ha il diritto di parlar d’altro.