Anticipare la pensione “Fornero sic stantibus”

ROMA – Ha suscitato un certo dibattito il rilancio dell’idea di intervenire a favore di una certa flessibilità nell’accesso alla pensione effettuato ieri dal Ministro Giovannini. Una proposta che non andrebbe però a modificare la struttura vessatoria della riforma Fornero, spostando il problema, in buona parte, sulle spalle dei lavoratori.

La proposta del Ministro del Lavoro

Il ministro, a margine di una conferenza stampa all’Inail rispondendo ad una domanda sul possibile anticipo dell’assegno rispetto all’età prevista dalla riforma Fornero ha dichiarato di essere al lavoro sugli aspetti tecnici. Giovannini ha affermato “Il procedimento e’ complesso. Puo’ prevedere anche il contributo da parte delle aziende. L’idea e’ di avere una contribuzione da parte di tutti e tre i soggetti (lavoratore, datore e Stato) ma ci deve essere robustezza finanziaria”.

Un prestito d’onore

La proposta sembrerebbe essere indirizzata a mandare i lavoratori a casa assicurando loro la percezione di un assegno parametrato all’effettivo assegno di pensione che percepiranno al maturare dell’effettivo diritto, salvo rientrare di queste somme quando il lavoratore comincia effettivamente a percepire l’assegno pensionistico.

A mero scopo esemplificativo facciamo un esempio numerico. Un lavoratore anticipa la pensione di un anno, in questi 12 mesi che lo separano dal pensionamento percepisce una quota di quello che sarà l’effettivo assegno di pensione, poniamo ad esempio che percepisca l’80 per cento della pensione.

Quando dopo un anno andrà in pensione dovrà restituire le somme anticipategli tramite una trattenuta sulla pensione, ad esempio continuando a percepire solo l’80 per cento della sua pensione per quattro anni.

Parteciperebbero all’accordo anche il datore di lavoro e lo stato che si accollerebbero una parte del costo dell’operazione, ad esempio gli interessi sul prestito.

La convenienza è tutta da verificare

La effettiva convenienza di un tale scambio sarà tutta da verificare una volta che saranno resi noti i contenuti effettivi della proposta allo studio, quale sarà la partecipazione di ognuno degli attori e quale sarà il costo che dovranno affrontare il lavoratore e l’azienda.

Se infatti l’operazione fosse infatti troppo onerosa potrebbe essere del tutto inefficace la sua istituzione ma resta da apprezzare il gesto, significativo, di aver preso coscienza del fatto che molti lavoratori non saranno affatto in grado di raggiungere l’età pensionabile “Fornero sic stantibus” .

Giovannini. Non si cambia la Fornero

Il Ministro ha affermato in una nota che come già dichiarato fin dal mese di settembre, lo strumento allo studio è finalizzato a favorire la transizione, su base volontaria, dal lavoro alla pensione, fermi restando i requisiti dell’attuale normativa. Tale ipotesi alla quale si sta lavorando non modificherebbe quindi le regole pensionistiche attualmente esistenti, ma offrirebbe uno strumento aggiuntivo cui si accederebbe su base volontaria.

CGIL. E invece è proprio la Fornero che va cambiata

Di tutt’altro parere la Cgil che invece chiede una modifica della Fornero. Il segretario confederale della Cgil, Vera Lamonica, ha dichiarato che “Contrariamente a quanto dice il ministro sono proprio le regole della riforma Fornero che vanno cambiate” allo scopo di “introdurre nell’impianto del sistema un meccanismo di vera flessibilità”.

Uil. Verrebbero discriminati gli addetti del pubblico impiego

Per Benedetto Attili, segretario generale Uil Pubblica amministrazione Uil Pa “Dobbiamo sottolineare che ancora una volta siamo di fronte ad una iniqua discriminazione nei confronti dei lavoratori pubblici che non risultano ricompresi nella platea dei destinatari di tale progetto, ancorché lo stesso preveda finanche il contributo dello Stato”.

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