E’ stata una disfatta
Alla fine, dopo essere stata rispedita a casa l’Italia, per conseguente coerenza, si sono subito dimessi Prandelli, da allenatore di una squadra del tutto inesistente o, peggio, mai esistita, e Abete, da presidente di una Federazione quanto meno improvvida nel gestire l’operazione mondiali 2014.
La partita l’ha vinta, con il minimo indispensabile di un non gioco e il massimo della fortuna un Uruguay, da quanto visto stasera e nei due precedenti incontri, del tutto inconsistente ma bravo solo ad approfittare dei demeriti altrui e delle decisioni arbitrali. Queste, non in maniera decisiva, hanno avuto il loro peso nell’indirizzare l’incontro a senso unico, attraverso l’espulsione di Marchisio per un fallo che già con un giallo sarebbe stato sanzionato troppo, e un mancato provvedimento a danni di Suarez che ha appioppato un morso a Chiellini (documentato nella ripresa televisiva prima e in foto ravvicinate poi). Poiché il cannoniere uruguagio non è nuovo a simili nefandezze da autentico vampiro (nell’Ajax prese 7 giornate di squalifica e nel Liverpool altre 10 sempre per aver azzannato un avversario), si spera che la prova televisiva renda giustizia al difensore juventino e Suarez venga mandato a casa con una solenne squalifica internazionale.
Non solo l’arbitro ma anche Prandelli….
E’ bene, comunque, precisare che l’Italia non ha perso per colpa dell’arbitro, anche se lo stesso ha offerto il suo consistente contributo, ma innanzitutto per colpe proprie, della squadra e dell’allenatore. Colpe che vengono da lontano e vanno ben oltre l’incontro di ieri sera.
Prandelli, infatti, sulla notevole spinta dell’opinione pubblica, ha cambiato, per l’ennesima volta, modulo di gioco e formazione, sperando che fosse la volta buona. ma come era possibile che Balotelli e Immobile, che non avevano mai giocato in tandem, potessero farlo proficuamente in una partita decisiva come questa e, per giunta, ad un mondiale ?
Attacco meno che zero
I due si sono ignorati, o, meglio, Balotelli ha continuato nella sua beata solitudine, in perenne attesa di qualche palla buona che gli finisse sui piedi per spettacolarizzare qualche assolo, nessun dialogo, il solito indolente, irritante, rimedia pure un’ammonizione, sfiorandone una seconda, senza combinare nulla di buono; totalmente negativo al punto che Prandelli, finalmente, lo sostituisce.
Pesanti le allusioni a Balotelli da parte di Buffon e De Rossi a fine partite nella ricerca delle cause e dei colpevoli…..
Il povero Immobile, con un simile partner ombra e con i pochi, rari, palloni che gli sono arrivati, che poteva fare se non vagare in uno sperduto deserto, fino a quando, al colmo della jella, si è pure infortunato, tanto da dover essere sostituito ?
In questa partita, e in tante altre, l’Italia avrebbe avuto bisogno di un paio di punte “vere” e non di una eterna promessa, che centravanti non è, e in perenne attesa di un futuro che non arriva mai; quello che è stato il capocannoniere del campionato avrebbe dovuto essere titolare da sempre e non utilizzato come riserva in spiccioli di partite, lanciandolo allo sbaraglio in quella più importante..
Troppi gli errori
Se in un reparto non c’è assuefazione, conoscenza, simbiosi, fra i suoi componenti, difficilmente lo stesso potrà esprimersi al meglio; in sintesi, l’Italia di Prandelli è stata proprio questa: una squadra, negli ultimi due anni, sviluppatasi solo e sempre su esperimenti, con facce che comparivano e scomparivano, per pervenire alla vigilia della presentazione della lista dei partecipanti ancora con tanti dubbi da sciogliere.
L’incertezza e la mancanza di sicurezza nelle scelte fatte o da fare da parte di Prandelli, aggiunte all’uscita forzata di Marchisio, espulso, alla nullità di Balotelli sostituito da un Parolo, subito vivace ma poi spentosi anche lui, all’impalpabile entrata di Cassano, quando, forse, in 10, sarebbe stato meglio uno statico arginatore come Thiago Motta per portare a termine lo 0-0, hanno costituito la fragile base per non tentare mai di andare a segno. Quando in più di 90 minuti si fa un solo tiro in porta come si può sperare di vincere e, soprattutto, aspirare a passare ai quarti ?
Se i giocatori avessero mostrato in campo la grinta che evidenziato il loro fisioterapista Esposito, espulso, nel prendersela col quarto uomo, sicuramente qualcosa di più si sarebbe visto…
Gli unici a salvarsi, in questo generale grigiore, sono stati Buffon con un paio di interventi, e Verratti nel primo tempo, quando, con alcuni spunti di alta classe, ha dimostrato di saperci fare, sostituendosi a Pirlo, ricompreso, stranamente anche lui nella pochezza manifestata dalla squadra.
Dimessi ma per motivi diversi…
Insomma, la degna conclusione di una squinternata spedizione della quale, almeno, i responsabili maggiori, Prandelli e Abete, hanno avuto l’accortezza e la dignità di risponderne da subito, dimettendosi senza esitazione alcuna anche se con differenti motivazioni.
L’allenatore ha detto che era giusto fosse lui a rispondere delle scelte fatte; Abete, più cauto, ha rivelato d’aver già deciso da tempo di andarsene, comunque si fosse concluso il mondiale, perché da dirigente, ne aveva già fatti 7, continuando, però, ad operare in ambito sportivo per gli incarichi in Uefa e nel Coni. Peccato che Abete non abbia detto una parola sul prolungamento del contratto fatto sottoscrivere, due mesi fa, a Prandelli per ulteriori due anni, fino agli Europei, senza sapere come sarebbero andati i mondiali…..
E ora ? Pronti i candidati
Smaltite le tossine, dopo alcuni giorni di prevedibili polemiche e recriminazioni, si dovrà svoltare. Diversi i candidati fra cui scegliere per la panchina azzurra: Allegri, Mancini, Spalletti, i maggiori disoccupati anche se ancora vincolati da lauti contratti.
Per la scrivania da presidente si vocifera su Albertini, il quale, molto accortamente, prima che iniziasse l’avventura brasiliana, aveva già preannunciato, al suo termine, le proprie dimissioni da Vice Presidente della Federazione. Forse è stato l’unico ad aver avuto, in tempi non sospetti, qualche sentore dell’aria che tirava e della conclusione a cui si sarebbe giunti ?
Brazil 2014, comunque, prosegue
Adesso ci toccherà seguire le altre nazionali, purtroppo, senza alcun rimpianto per la nostra, la cui uscita è stata pietosa ma meritata: almeno su questi aggettivi, pare che l’Italia intera sia pienamente d’accordo.