Camorra a Napoli, una piaga antica

ROMA – La figlia di un boss di 39 anni, Anna  De Luca Bossa, figlia del reggente dell’omonimo clan Teresa, detenuto al 41 bis, è stata ferita a Napoli il 19 luglio scorso, mentre era con un gruppo di amiche nella roccaforte del  clan di Ponticelli.  E questo episodio è stato il segnale di una ripresa dello scontro tra gruppi diversi che si battono per l’egemonia sul territorio. I carabinieri indagano per risalire all’uomo che-con il viso coperto da un casco contro Anna De Luca Bossa, ricoverata con ferite a spalle,gambe e bacino. Anna De Luca era madre di Antonio Minichini ,ferito  tre anni fa in un agguato.

Ad agire sono stati  sicari a bordo di un moto che spararono a Minichini e al suo amico Gastaldi con una pistola calibro 9.  A sparare sono stati sicuramente i membri di una banda rivale della camorra che era da tempo in contrasto con il clan di Ponticelli.

E’ da tre secoli ormai che l’organizzazione mafiosa  che si sarebbe formata a Cagliari nel tredicesimo secolo e si chiamerebbe così con il nome di Gamurra che deriva dal nome di una giacchetta marinara tipica dell’Italia tardo medioevale e rinascimentale o dalla lingua araba Kumar, gioco d’azzardo,  proibito dal Corano che si sarebbe diffuso a Napoli intorno al XIV secolo. Secondo un’altra versione, il termine sarebbe nato invece a Napoli, tra il XVI e il XVII secolo, venendosi a formare dall’unione della parola ca’-morra (con la morra), con riferimento al gioco di strada fatto con le carte da gioco. Nel 1820 la “Bella società riformata” si costituì ufficialmente, riunendosi nella Chiesa di S.Caterina  a Formiello  a Porta Capuana. Per accedere alla “bella società riformata” era previsto un vero e proprio rito di iniziazione definito “zumpata” che consisteva in un vero e proprio duello rusticano. Le fasi preliminari della “zumpata” erano l’appiceco, il litigio,il ragionamento, tentativo di composizione della controversia, il banchetto e il duello vero e proprio.

Tra le principali fonti economiche della camorra sono: 1) il Barattolo che era la percentuale di circa il 20 per cento sugli introiti dei biscazzieri; 2) lo Sbruffo che era, invece, la tangente su tutte le altre attività, 3) un particolare regime di tassazione per la prostituzione; 4) un gioco piccolo(una sorta di Lotto). Sotto il regno di Francesco I Borbone la camorra godette del favore della Casa reale ed ad essa erano affiliati Michelangelo Viglia, valletto del re e la cameriera della regina, Caterina De Simone.  La camorra decolla a Napoli e poi in Italia e nel mondo negli anni settanta del Novecento per il boom del contrabbando estero che aveva il suo centro di smistamento nella capitale campana  e vede l’arrivo in città di numero si mafiosi palermitani (Stefano Bontate, Vincenzo Spadaro, Gaetano Riina e Salvatore Bagarella) inviati lì con il soggiorno obbligato e questo consentì loro di avere rapporti con Michele Zaza e altri camorristi, attraverso i quali acquistavano carichi di sigarette e nel 1974 decisero di affiliare a Cosa Nostra Zaza,  i fratelli Nuvoletta, Antonio   Bardellino e altri permettendogli di formare una famiglia a Napoli. Non c’è qui lo spazio per rievocare le vicende successive ma, oggi come oggi,dopo l’egemonia di Raffaele Cutolo, detenuto a Poggioreale , la guerra tra lui e la Nuova Camorra Organizzata, la nascita e lo sviluppo abnorme del Clan dei Casalesi, quello che si può dire è che il fenomeno camorristico non è stato stroncato. Al contrario, oggi conta migliaia di affiliati divisi in oltre 200 famiglie attive in tutta la Campania. Con insediamenti segnalati nei Paesi Bassi, Repubblica Dominicana, Spagna, Brasile, Portogallo, Russia, Francia, Romania, Germania, Polonia e Albania. Insomma, sia come nel caso della Ndrangheta, di fronte a un fenomeno tutt’altro che in crisi o in decrescita e il giro di  affari delle famiglie napoletane si aggirerebbe-secondo dati recenti forniti dall’Eurispes – intorno ai 12 miliardi e mezzo l’anno.

Il 25 luglio 2011 gli Stati Uniti hanno varato un nuovo piano di contrasto della criminalità internazionale e hanno individuato le quattro principali organizzazioni più pericolose per l’economia americana posizionando la camorra al secondo posto dopo i BrotherCircle russi, la Iacuza giapponese e i los Zetas messicani con un giro di affari di 25 miliardi di dollari. Le attività  principali della camorra sarebbero la distribuzione di falsi e il narcotraffico. Secondo lo studio “Transcrime” del 2013 dell’Università cattolica di Milano i ricavi delle mafie italiane sarebbero di circa 25,7 miliardi di euro l’anno. Di questi il 35 % è appannaggio della Camorra, il 33 % della Ndrangheta,il 18 % di Cosa Nostra, e l’II% della Sacra Corona Unita. Dal 1991 sono stati sciolti per camorra 86 comuni, con una media di 4 comuni all’anno.  Se le cose stanno così c’è da stupirsi di episodi come quella di cui abbiamo parlato all’inizio, di scontri e assassini?  Direi proprio di no.             

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