Stop austerity. La Francia del coraggio, l’Italia dell’inerzia

 

ROMA – Per fortuna c’è la Francia con i suoi cittadini che, spocchia parigina a parte, un minimo di dignità ce l’hanno ancora. Sarà quel minimo di rivoluzione francese retaggio del Dna, sarà per un semplice gesto di buon senso, ma oggi la Francia ha detto basta all’austerità, assumendosi tutte le responsabilità in barba al disavanzo annunciato dal ministro delle Finanze francese, Michel Sapin. 

Insomma, tradotto in soldoni, significa che i francesi hanno chiuso con i sacrifici imposti da Bruxelles e dalle banche private della BCE. Una scelta che arriva come un pugno nello stomaco a tutti quei cittadini italiani che finora non hanno fatto altro che sperare subendo tagli di pelo e contropelo e che ora iniziano ad aprire gli occhi su questa classe politica della “fuffa” e delle “promesse mancate”. Perfino gli ascolti dei talk show, o meglio delle arene caotiche dell’apparire, sono crollati inesorabilmente, per l’effetto indigesto dovuto alle solite litanie e ai volgari batti becchi da comari inviperite che non giungono mai a una pace risolutiva.

E se pensiamo agli ultimi dieci anni di governo se ne sono sentite davvero di cotte e di crude. Sorvoliamo le promesse berlusconiane, quelle montiane, quelle bersaniane e lettiane e ora quelle renziane che con i suoi fidi accoliti tenta di dispensare gli ultimi segnali baluardi  di un ottimismo a cui non crede più nessuno.

Siamo sommersi fino al collo e invece di imporre la nostra autorevolezza come qualcuno aveva ventilato, si discute l’articolo 18 per dare fiato alle politiche speculative di un modello economico liberista e incontrollato, già imploso su se stesso. E’ da vigliacchi lasciare sprofondare nella melma milioni di cittadini abbandonati, che ogni giorno arrancano come anime agonizzanti, anestetizzate.

Viene da chiedersi perché il governo italiano non fa capire una volta per tutte all’Europa che la sua politica economica è diventata pericolosa, dannosa e per questo insostenibile? Il Cnel ieri ha spiegato in maniera fin troppo esaustiva alcuni dei drammatici e devastanti effetti che questa crisi economica porta con sè: disoccupazione,  sofferenza sociale e povertà. Ad ogni angolo di osservazione vengono offerti nuovi spunti che aumentano ulteriormente il disastro in atto.

Non c’è che da aspettare la prossima mossa di Matteo Renzi, colui che in Europa aveva promesso di battere i pugni. Forse questa sarebbe l’occasione buona. Intanto concediamoci il miraggio d’Oltralpe, di un governo, quello francese, che è ancora capace di indignarsi e dire no. La dignità non ha prezzo e questa volta i ‘compiti’ Angela Merkel li farà da sola.

 

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