Groundcare licenziati. Chi difenderà i lavoratori?

ROMA – Continua la mobilitazione dei lavoratori licenziati della società handler di Fiumicino e Ciampino,  che ieri hanno manifestato all’aeroporto di Roma Leonardo Da Vinci, bloccando a più riprese la circolazione stradale verso l’aeroporto,  per denunciare la propria situazione.  

Dopo mesi di trattativa l’epilogo drammatico per la metà dei 900 dipendenti Groundcare  è il licenziamento. Infatti, secondo gli accordi firmati con Aviation Services, solo 400 dipendenti su 871, saranno assunti nella società, mentre  la restante parte  sarà inevitabilmente licenziata.

Un accordo firmato dopo mesi di trattativa caratterizzata da continui colpi di scena che si è chiusa con un finale drammatico che ha visto i lavoratori   obbligati a firmare una rinuncia ad ogni azione legale in cambio di ammortizzatori sociali pre Fornero. Da mesi viene denucniata la drammatica condizione dei lavoratori Groundcare a causa della mancata applicazione della clausola sociale che avrebbe dovuto tutelare l’occupazione, mentre venivano letteralmente “sciacallati” i contratti con le compagnie aeree,  da parte degli altri handlers.

Dal 2012 iniziano i primi sintomi negativi che portano alla deriva il sistema aeroportuale di Fiumicino e Ciampino che hanno un elevato numero di handler che oscillano tra i 12 -13 full – quando nei principali aeroporti Europei ce ne sono tre – e ha un effetto negativo sia per i lavoratori sempre più precari, sia per il cliente finale che, per effetto della guerra dei prezzi, non riceve servizi in linea con gli standard contrattuali convenuti. In questa vicenda esistono quindi gravi responsabilità a partire da Enac ente che dovrebbe svolgere una funzione di autority,  ai sindacati confederali che in tutta questa vicenda hanno abbandonato i lavoratori lasciandoli all’oscuro di quello che stava accadendo fino all’ ultimo istante.  Fino ad Adr che in questa vicenda avrebbe dovuto avere un ruolo  attivo nel  salvaguardare  l’occupazione. Insomma, per centinaia di famiglie sarà un inizio 2015  senza lavoro, senza sostentamento e senza futuro, quale ennesima vicenda vergognosa. Bisognerebbe invertire questa tendenza, questo sistema di relazioni, dove le aziende decidono unilateralmente, secondo la propria convenienza, a prescindere dalle direttive e dai diritti. A rimetterci sempre i lavoratori.

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