Nasce “è possibile”. Ma abbiamo davvero bisogno di un altro soggetto politico?

ROMA – Poche settimane fa, lasciava il Partito Democratico,  Pippo Civati e il 3 Giugno, battezzerà “è Possibile”,  una creatura politica tutta sua che nasce dall’omonima associazione creata in occasione del PolitiCamp 2014 a sostegno della sua candidatura a segretario del Pd. 

“L’organizzazione di una rete e il dinamismo di un movimento”, queste le premesse, ma è davvero di un nuovo movimento ciò di cui l’Italia ha ora bisogno? Certo è difficile, memori dell’esperienza grillina, credere ancora nella democraticità e funzionalità della rete.

La proposta politica anche qui sarà trasversale, partendo dalle idee dei cittadini che si occuperanno di singole tematiche attraverso i comitati da costituirsi, con una base minima di dieci aderenti, con la semplice richiesta di iscrizione. 

Con questo nuovo soggetto politico, Civati suggella lo strappo con la “Vecchia sinistra” e con Renzi puntando, in futuro, direttamente a Palazzo Chigi, come l’onorevole spiega, abolendo le gerarchie e il leaderismo che non raccolgono consensi e che ormai caratterizzano il Pd, avvicinandolo pericolosamente a quella che fu la monocrazia berlusconiana. Lotta agli ecoreati, liberalizzazione delle droghe leggere, idee per una riforma della scuola più giusta, questo il ventaglio di  proposte di “è Possibile” che rischia, ancor prima di nascere, di essere individuata come emblema della sinistra dalla strenua opposizione fine a se stessa. Se da un lato è presto per parlare di progetti di legge, è lecito preoccuparsi di individuare la pars costruens di questo nuovo movimento.

Aprendosi infatti a tutti gli scontenti e coloro che non si riconoscono più nei propri partiti, il pericolo è quello di creare un’amalgama scomposta, priva di una reale rappresentazione politica e perseguente solo le singole battaglie cui è interessata. D’altronde è anche vero che proprio partendo dalla comunanza di idee e progetti  nascono le alleanze.  Forse non è del tutto impensabile infatti che Civati si apra a Sel, “suo interlocutore naturale”, con cui condivide molti punti del suo programma, per creare una forza politica compatta in grado di tener testa ai grandi partiti in Parlamento e svestire i panni del semplice “sassolino nella scarpa” del premier. Ma se tutto questo sarà “possibile” lo si vedrà nei prossimi mesi. Intanto diamo fiducia a questa realtà, che si spera possa incarnare la voce di chi nella Sinistra, quella vera, crede ancora.

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