Il mercato del lavoro è in ripresa o no? Uno sguardo ai numeri

ROMA – I dati pubblicato oggi dall’Istat e relativi all’andamento del mercato del lavoro hanno, giustamente, attirato l’attenzione. Il Paese ricomincia a crescere e a creare occupazione? Tralasciamo le dichiarazioni e concentriamoci sui numeri e su quanto questi hanno da raccontare di quanto sta avvenendo in Italia, e non è poco.

Occupati

Le persone vengono divise, ai fini della statistica, in tre gruppi, gli occupati, i disoccupati e gli inattivi. Secondo i dati Istat gli occupati nel corso del mese di luglio 2015 sono stati circa 44mila in più rispetto al mese di giugno. Gli occupati sono arrivati così a 22,479 milioni di unità. Questo è un dato senza dubbio positivo, basti pensare che rispetto al minimo toccato nel terzo trimestre 2013, quando gli occupati erano stati 22,173 milioni, il mercato del lavoro ha assorbito oltre 300mila persone in più ma resta comunque lontanissima da quei 23,137 milioni che erano gli occupati nel secondo trimestre 2008.

Disoccupati e inattivi

Il numero dei disoccupati è effettivamente diminuito nel mese di luglio ma questo dato è soggetto ad interpretazioni contrastanti. Si smette infatti di essere disoccupati in due modi decisamente contrastanti, se da un lato non è più disoccupato, ovviamente, una persona che trova lavoro, dall’altro canto smette di essere disoccupato anche chi smette di cercare lavoro e finisce arruolato nella vasta schiera degli inattivi, di quelli cioè che un lavoro non lo hanno né lo cercano.

I disoccupati sono così diminuiti di 143mila unità nel mese di luglio ma  a fronte di 44mila unità occupate in più abbiamo anche 99mila inattivi in più.

In particolare il numero dei disoccupati è pari a circa 3,074 milioni mentre il numero degli inattivi va a 14,013 milioni. Il numero degli inattivi resta quindi un immenso macigno soprattutto se si rileva il fatto che ben 9,6 milioni di inattivi hanno età comprese tra i 25 ed i 64 anni.

Giovani 15-24 anni

Un discorso leggermente diverso vale per i giovani di età compresa tra i 15 ed i 24 anni, in questa fascia di età la percentuale di inattivi è molto alta perché chi studia e non cerca lavoro viene inserito in questo gruppo, una alta percentuale di inattivi non significa quindi di per sé un dato negativo ma è figlio di una scolarizzazione avanzata e diffusa.

Le persone di età compresa tra i 15 ed i 24 anni sono 5,932 milioni, di queste 4,413 milioni sono inattive, il 74,4 per cento dei giovani. 903 mila sono occupati e 616mila sono in cerca di occupazione. Il tasso di disoccupazione viene calcolato in rapporto alla forza lavoro che è composta da occupati e disoccupati (903 più 616mila, pari a 1,519 milioni) ed è pari al 40,5 per cento.

E quindi

E quindi il dato Istat relativo al numero degli occupati nel mese di luglio è un dato positivo che denota come qualcosa nel nostro Paese si stia effettivamente muovendo. Il dubbio più forte resta sulla paternità da attribuire a questa limitata ripresa del mercato del lavoro nel nostro Paese. Se infatti, come molti ritengono, esso si rivelerà essere figlio innanzitutto della clamorosa iniezione di liquidità che il programma della BCE sta iniettando nelle economie del vecchio continente questo, per il momento, fragile e lievissimo momento di ripresa dell’occupazione si potrebbe infrangere in un istante. Vedremo

 

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