Tira una brutta aria su chi racconta le mafie a Roma

ROMA – Tira una brutta aria a Roma, mentre si attende l’apertura del processo ai protagonisti del sistema di Mafia Capitale. A farne le spese i soliti cronisti “pennivendoli” che si sbattono, spesso in totale solitudine, per raccontare quel sistema.

Non solo nella Capitale ma anche nell’hinterland. Dopo anni di rimozioni, amnesie, c’è voglia di sapere e gente che racconta la faccia oscena del potere. Pochi ancora. Ma qualcosa si sta muovendo. E quando il sistema si vede smascherato, fosse solo per frammenti, reagisce. Calunniando, intimidendo, isolando e poi in alcuni casi minacciando direttamente. Sfacciatamente. L’ultimo episodio di qualche giorno fa. Giuliano Girlando, blogger e collaboratore di varie testate, stava indagando nella zona in cui vive opera in relazione all’operazione Gambling partita dalla Dda di Reggio Calabria che ha portato al sequestro di due locali di scommesse sportive a Tivoli che sembrerebbero essere gestiti da persone vicine ad ambienti dell’estrema destra. Prima una telefonata e poi direttamente per strada sono arrivate le intimidazioni: “fatti i cazzi tuoi”.

Tira un brutta aria a Roma. Segnali pesanti come quelli che continuano ad arrivare a Federica Angeli che si vede anche obiettivo di un’operazione di delegittimazione pericolosissima per una persona che già vive sotto scorta per le gravi minacce ricevute in passato. Tira un brutta aria quando la politica si occupa più della “bassa cucina” che di affrontare l’emergenza che sta attraversando la città. Tira una brutta aria quando nelle strade dove di solito ti muovi agevolmente sei costretto a guardarti alle spalle. Tira una brutta aria quando sui social network va in scena l’intimidazione camuffata da partecipazione. Tira una brutta aria quando Libera è costretta a minacciare querele quando una forza politica l’accusa di patti e interessi che non le appartengono. Tira una brutta aria quando si toglie spazio di manovra a chi racconta le mafie a Roma. A chi ha come unica difesa la propria penna.

Quando si tocca l’informazione e l’impegno civile – con le minacce, le intimidazioni, le calunnie e delegittimando chi sta sul campo – si fa un favore alle mafie. Un favore enorme.

Attilio Bolzoni recentemente ha scritto: «È tutto sottosopra. La mafia che si traveste di antimafia e l’antimafia che vogliono far passare per mafia, c’è una gran confusione di voci, una strategia della disinformazione che favorisce malacarne dalle facce sconce e malacarne in doppiopetto. A ogni latitudine, le due razze si ritrovano sempre insieme». Ecco, è tutto sottosopra in questa Roma dove tira una brutta aria.

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