Lettera aperta al PD romano, da uno che non conta niente

Cari…non so come chiamarvi. Qualche anno fa vi avrei chiamato “compagni” ma ormai ho la sensazione che se lo facessi la prendereste male. Quindi mi limiterò a un “cari” generico seguito da dei puntini di sospensione. Ricominciamo…

Cari…,

nei prossimi giorni e nei prossimi mesi avrete davanti responsabilità enormi da prendere. E le responsabilità hanno un prezzo: quello del cambiamento. Di un cambiamento reale e non semplicemente annunciato o, peggio, mimato.

Su Roma negli ultimi anni avete accumulato una serie impressionante di errori che state sistematicamente rimuovendo sperando che l’opinione pubblica, con il tempo, dimentichi. Non è così. Gli italiani, e i romani, solo apparentemente hanno memoria corta. Alla fine, anche a distanza di tempo, sanno presentare il conto. E per chi doveva rappresentare il cambiamento dopo i cinque anni disastrosi dell’amministrazione Alemanno il prezzo da pagare, in caso di altri errori, è quello di sparire.

Il vostro partito che in parte ha radici anche nella storia di giganti come Argan, Petroselli e Vetere, sembra aver perso di vista completamente identità e ruolo. E dignità. Su Roma, in particolare, se esponenti di peso della giunta Alemanno vengono additati dalla magistratura come strettamente connessi al sistema di Mafia Capitale, il Pd, come forza della maggioranza che ha sostenuto Ignazio Marino, è stato indicato come fortemente coinvolto nel malaffare per il gran numero di esponenti coinvolti in fenomeni di corruzione sempre legati allo stesso sistema.

Essere considerati “semplicemente” corrotti invece che “mafiosi” non può essere una consolazione. E nemmeno un’attenuante.

Speravo, con il commissariamento del partito cittadino, che si fosse avviato un processo di riscatto da parte della base e della parte di quadri e dirigenti non coinvolti nei comitati d’affari. Con l’arrivo della seconda ondata di arresti e indagati a giugno quel percorso sembra essersi arenato. Anzi, peggio, il commissariamento ha di fatto interrotto un salutare dibattito interno che fornisse gli anticorpi alle tossine che hanno fatto precipitare la città in una situazione drammatica.

Aver invece trovato, a Roma, un comodo capro espiatorio come Ignazio Marino – che ha avuto si le sue responsabilità ma non quelle del malaffare e della corruzione – per distogliere l’attenzione dal disastro che una parte del vostro gruppo dirigente ha contribuito a scatenare, crea oggi una situazione perfino più pericolosa. Dire, come state facendo, che va tutto bene, che il Giubileo andrà liscio come l’olio come è successo con l’Expo (!), che il partito ha fatto TUTTI i conti con la corruzione e il malaffare e che siete stati voi, il Pd romano, a combattere per primi e in prima fila Mafia Capitale, non solo è un cumulo di frottole, ma crea le condizioni per un disastro per tutto il centro sinistra o per il ritorno della destra e degli affari.

Non mi interessano le vostre correnti e le vostre lotte di potere che stanno mandando a rotoli non solo una semplice città ma la Capitale d’Italia. La politica, quella vera, è quella delle idee e non quella delle tattiche di sopravvivenza.

La forma è sostanza. E la forma che avete dato all’operazione di rimozione dell’anomalia Marino e al commissariamento de facto del partito e della città  da parte del premier-segretario Matteo Renzi attraverso le proprie emanazioni formali – il Prefetto e il presidente del Partito inviato come commissario – sta per chiudere definitivamente il rapporto fra partiti e cittadini, fra politica e senso della realtà.

Probabilmente l’ex sindaco Marino ora sarà tentato di mettere in piedi una sua lista personale e ripresentarsi in primavera. Chi può dargli torto  visto il trattamento che voi, davvero per primi questa volta, gli avete riservato. Uno scenario del genere, con il Pd che corre contro quello che doveva essere il proprio sindaco, è un disastro non solo per voi, per il vostro partito sempre più immateriale, ma per l’intera area del centro sinistra (a me preoccupa di più la “sinistra”, ma si sa io non conto niente) e per un progetto alternativo a quello delle demagogia e, peggio, a quello degli affari.

Visto che siete stati così abili a “mettere ‘na pezza” sull’anomalia rappresentata da un sindaco extraterrestre, che siete riusciti a vendervi un’immagine di un partito rinnovato in pochi mesi senza aver cambiato di fatto nulla (gli unici cambiamenti, e si tratta solo di persone, li ha imposti la magistratura e non voi), ora di grazia mettete ‘na pezza vera a questa situazione che avete così scientificamente costruito.

La città non deve tornare nelle mani della destra e soprattutto di questa destra. La città deve ritrovare un progetto che non accontenti correnti e componenti e comitati di affari. Ci vuole uno sforzo collettivo inedito per mettere mano a un sistema così profondamente infettato dal potere criminale. “Roma non si può liquidare con qualche roboante battuta sui social network o con una riforma “epocale” che poi si dimostra monca e piena di contraddizioni – scrivo nel libro Roma Brucia che uscirà a giorni – Il centrodestra ringalluzzito? La Meloni? Non lo diciamo noi, lo dicono i fatti e le prove e gli atti dei magistrati, come la situazione già complessa che viveva Roma sia letteralmente precipitata nei cinque anni di gestione di Gianni Alemanno e della sua spalla in Regione Renata Polverini. I giovanotti dei 5 Stelle? Roma non è Parma, e la mafia non è una roba di “semplice” malaffare”. Lo scrivevo ben prima che andasse in scena la liquidazione del Sindaco. Nonostante siate perfettamente consapevoli che la situazione sia questa, vi continuate a muovere a tentoni, garantendo alla fine della giostra l’esistente. Perché vanno preservati tutti gli interessi pregressi: politici, imprenditoriali, finanziari e di conserva – spero inconsapevolmente – anche quelli criminali.

Non so proprio come possiate porre rimedio a questa situazione politica che avete così pigniolamente creato. Ma in qualche modo lo dovete fare. Lo dovete fare per i cittadini romani e per tutti gli italiani. Lo dovete fare per quel poco che è sopravvissuto – in forma organizzata – di sinistra in questa città e nel paese.

Ripeto. Se non riuscirete a trovare una soluzione trasparente e vera vi sarà presentato il conto. Un conto salato che si materializzerà nelle urne. Che i romani sono disposti a presentarvi accettando perfino di subire la conseguenza di precipitare in un disastro peggiore di quello che stiamo vivendo.

Saluti

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