Pakistan. La giornalista scomparsa da un anno indagava sulle sparizioni

ROMA – Si è celebrato in tutto il mondo la Giornata internazionale degli scomparsi: una celebrazione piena di dolore nei paesi in cui la vergognosa pratica delle sparizioni forzate è ancora tragicamente attuale. 

Uno di questi è il Pakistan. Qui, nella città di Lahore, il 19 agosto 2015, la 24enne giornalista Zeenat Shahzadi è stata rapita da un gruppo di uomini armati, mentre si stava recando al lavoro. Secondo le organizzazioni pachistane per i diritti umani, si tratta della prima operatrice dell’informazione desaparecidaZeenat Shahzadi scriveva per i quotidiani Nai Khabar e Metro News.

Cinque giorni dopo, il 24 agosto, Zeenat Shahzadi avrebbe dovuto testimoniare su un’altra sparizione forzata, quella del cittadino indiano Hamid Ansari, su cui stava svolgendo un’inchiesta giornalistica. Su quell’inchiesta, era stata recentemente interrogata per quattro ore dai servizi di sicurezza. Quell’inchiesta, purtroppo mai terminata, ha comunque contribuito a rintracciare Hamid Ansari in un carcere di Peshawar, dove sta scontando una condanna a tre anni per “spionaggio” e “ingresso illegale” nel paese.

In Pakistan nell’ultimo decennio le sparizioni forzate risultano in forte aumento. La Commissione d’inchiesta istituita dal governo si è occupata di oltre 3000 casi, 1417 dei quali – compreso quello di Zeenat Shahzadi – sono ancora irrisolti. Non si è ancora individuata alcuna persona sospettata di aver preso parte al suo rapimento. Saddam, il fratello minore di Zeenat Shahzadi, si è tolto la vita sei mesi fa. Secondo la madre, non riusciva più a sopportare l’assenza di sua sorella e la completa mancanza di notizie sulla sua sorte.

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