Michele Scarponi: che il cielo accolga anche il nostro dolore

Che il cielo accolga anche il nostro dolore, che ci sia pace per le nostre lacrime, per i nostri sospiri e per il nostro tentativo di andare avanti, noi che raccontiamo e loro che pedalano, ora che alla vigilia del Giro del centenario uno dei suoi protagonisti annunciati ci ha lasciato in maniera assurda a soli trentasette anni.


Che Michele Scarponi possa almeno seguirlo da lassù, ora che un maledetto camion lo ha investito e ucciso, a due settimane dall’inizio della corsa che amava e alla quale teneva maggiormente, per la quale si stava preparando con la passione e l’impegno di sempre. 
Che altro dire di un gregario diventato grande, di un campione estroverso ed ironico, abituato a parlare con i fatti e a lasciarsi guidare dall’istinto, generoso al punto di mettersi sempre al servizio della squadra e degli spettatori, della bicicletta e di una vita che era stata prodiga di soddisfazioni ma nella quale nessuno gli aveva regalato nulla? Un uomo dolce e gentile, dall’animo buono, capace di donare gioia a chiunque lo vedesse incedere lungo le strade di una delle tante corse cui ha partecipato, indomito, fantasioso e sempre pronto a sdrammatizzare, in una fase storica nella si tende a trasformare in drammi finanche le inezie: questo era Michele Scarponi e questa era la sua unicità.


Quando ho appreso la notizia della sua scomparsa, ho pensato solo che fosse assurdo, che non ci fossero parole, che non fosse lecito dire altro se non: “Grazie Michele per tutte le emozioni che ci hai fatto provare in questi anni”, in quanto ogni altra affermazione sarebbe suonata inutilmente retorica e stucchevole. 
E adesso, in silenzio e con molto rispetto, mi fermo anch’io, con mille pensieri per la testa, mille sensazioni impossibili da descrivere, mille sogni infranti, mille attese tradite e un immenso senso di vuoto e di inadeguatezza, come se la vita potesse sfuggire così, da un momento all’altro, proprio come è accaduto a Michele, travolto dal destino e da un finale arrivato troppo presto ed evidentemente già scritto: una storia sbagliata e senza possibilità di appello. 
Sarà dura andare avanti, ora che con il cammino di un uomo è svanita per sempre anche l’età delle illusioni.

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