Africa. Mauritania, lo spettro di una rivolta sociale

NOUACHOTT – Ieri é stato reso pubblico il bilancio previsionale dello Stato Mauritano per il 2011. Si tratta di vero colpo proibito al ventre molle della nazione.

Emblematico é il confronto tra il budget per investimenti dedicato alla Sanità e quello alla segreteria permamente della Presidenza della Repubblica. Alla Sanità dell’intero territorio nazionale il governo in carica ha stanziato per le spese d’investimento (attrezzature, nuove strutture, lavori di ristrutturazione e ricerca) 1.350.000 euro; al grand commis che dirige la segreteria della Presidenza della Repubblica il governo ha devoluto 2.880.000 euro per spese d’investimento, che significano terreni, autovetture e case acquistati dallo Stato ad uso esclusivo del Presidente della Repubblica mauritana. Ci si trova davanti ad un evidente dirottamento di danaro pubblico a favore dei bisogni patrimoniali del Presidente e della sua cricca. Un tradimento palese dello slogan che permise a Mohamed Abdel Aziz di vincere l’elezioni presidenziali al primo turno: il presidente dei poveri che promise sanità ed istruzione pubblica per tutti. In 30 mesi di potere Abdel Aziz ha purtroppo mostrato il suo vero volto: un dittatore demagogo populista preoccupato di costruire le basi per perpetuare il potere nel tempo. Il caso del Centro Nazionale di Cardiologia permette di comprendere i passaggi verificatesi nella gestione del potere da parte dell’attuale presidente.

A gennaio 2009 fu accolta la richiesta da parte del dottor Ahmed Ould Eba di unificare i servizi di cardiologia dei due unici ospedali generali di Nouakchott in un unico centro ospedaliero specializzato in cardiologia. La lungimirante proposta risponde a due priorità sanitarie del paese: affrontare il rapido mutamento dello scenario epidemiologico verso una predominanza di malattie dell’apparato cardiovascolare rispetto a quelle infettive proprie di un paese ancora prevalentemente rurale; il costo crescente delle evacuazioni all’estero per interventi di cardiologia che nel 2010 hanno sottratto 3.778.000 euro alle casse della CNAM, la società assicurativa statale per i dipendenti pubblici, per effettuare poco più di 180 evacuazioni di cittadini mauritani affetti da patologie cardiovascolari non curabili in Mauritania.

Aziz ancora putschista dette il suo benestare e nel maggio 2009 apre ufficialmente il Centro Nazionale di Cardiologia (CNC), seconda struttura sanitaria pubblica specializzata in cardiologia di tutto il Sahel. L’altro ospedale si trova ad Abidijan ossia a 1950 km di distanza e per la crisi Ivoriana ha perso molto della sua capacità attrativa. Per cui il neonato CNC si pone come il centro cardiologico di riferimento per tutta la regione.
Eba, nominato direttore del CMC, gode della reputazione di essere uno dei soli tre onesti dirigenti sanitari mauritani (gli altri due sono in pensione) e rappresenta la migliore espressione di quella identità negromauritana che ispirò l’azione politica del primo presidente mauritano Moktar Ould Daddah fino all’inizio degli anni 70. Pur essendo un supporter del candidato perdente, il fratello di Moktar Ould Daddah, Eba dimostra nei fatti di dimenticare la propria appartenenza e di porsi al servizio del nuovo presidente presentando un ambizioso budget previsionale di circa un milione di euro per il 2009. Il ministero della Sanità mise immediatamente a disposizione del CNC circa 200.000 euro. Eba, formatosi in cardiologia in Italia presso la scuola di Parenzan, celeberrimo cardiochirurgo italiano degli anni 70-80, organizzò la sua squadra secondo i parametri di competenza ed esperienza e decise di assumere due consulenti: uno statistico economico italiano esperto in gestione ospedaliero reduce da un anno di ottima gestione della delegazione CRI in Mauritania e un anziano quadro della sanità pubblica mauritana in pensione, suo amico d’antan. Ma il ministero gli impose il Direttore Generale prelevandolo dal Centro d’Oncologia: un mauro di 36 anni giunto in posizioni dirigenziali solo grazie alle pressioni della famiglia. Era evidente che il Ministero non riteneva opportuno che la gestione operativa del CNC fosse affidata ad una persona competente e capace.

Al mese di novembre Aziz esplicitò la sua preferenza verso l’unico cardiochirurgo mauritano amico della sua consorte che lavora in Francia, come futuro direttore del CNC in luogo di Eba. Il candidato fonda un ONG fortemente sponsorizzata dalla presidenza della Repubblica che inizia fin da gennaio 2010 delle missioni di chirurgia cardiovascolare in Mauritana, ove la cronica assenza di chirurgi cardiologi costringe da sempre l’impiego di missioni straniere per effetuare due o tre volte all’anno intervanti urgenti, i quali comunque non riescono in alcuna maniera a ridurre le evacuazioni all’estero dei mauritani affetti da malattie cardiovascolari.
Tuttavia Eba non modificava il suo impegno, anzi rilanciava ottenendo l’attenzione della Banca Islamica di Sviluppo (IDB), che decise durante una missione a febbraio 2010 di finanziare la costruzione di nuovo centro di cardiologia di 100 posti letto che vada a sostituire l’attuale CNC, strutturato in due unità geograficamente divise da 5 km e situate in corrispondenza dei due ospedali generali di Nouakchott. L’IDB approvò a luglio 2010 di procedere ad un cofinanziamento di 6.500.000 di dollari. Il progetto è previsto per il 2011 e l’inaugurazione del nuovo CNC per il 2014.

Nonostante il CNC si pone come il miglior ospedale pubblico della Mauritania per organizzazione ed applicazione delle norme internazionali secondo i canoni della gestione in qualità, Eba continuò ad essere boicottato fino all’ultimo episodio di due settimane fa, quando un deputato della maggioranza propose lo stanziamento di 487.000 euro per il CNC (nel 2010 lo stanziamento fu di 210.000 euro). Nonostante il voto favorevole della commissione sanità, l’aula ha votato contro con 31 voti di scarto. Lo sconfitta è il frutto avvelenato della lotta di potere nella maggioranza tra i seguaci della first lady e il gruppo dei notabili che appoggiò la candidatura di Aziz alla presidenza della Repubblica: i primi dediti all’occupazione progressiva del potere con persone dell’entourage della famiglia di Aziz, i secondi convinti della necessità di collocare persone competente ed oneste ai gangli dell’amministrazione pubblica. Aziz in questa lotta fa il doppiogioco: appoggia a parole i secondi, ma lavora per i primi. E l’ultima decisione sul bilancio previsionale dello Stato nei confronti della sanità pubblica è l’atto terminale di tale azione: il ministero della Sanità è privato della capacità di migliorare la sua efficienza (oggettivamente la più bassa dell’Africa), aprendo così al settore privato, nel quale fonti indipendenti giornalistiche sostengono che Aziz abbia cospicui interessi tramite fiduciari. In questo quadro per Aziz il CNC ha avuto solo un ruolo propagandistico prelettorale. Una volta esaurito il CNC non deve assolutamente decollare e sopratutto il suo direttore deve risultare inefficente, per poter allontare e sostiutire con il suo candidato. Purtroppo per l’ex-putschista Eba è riuscito contro tutti e senza mezzi a dare al CNC un immagine nazionale e internazionale tale da divenire con il nuovo CNC nel 2014 il Centro di Cardiologia del Sahel. Per questo non è retorico affermare che l’apertura quotidiana di tutti i servizi del CNC è un caso di miracolo umano.

Tuttavia il quadro sanitario e più in generale di sviluppo della Mauritania resta incerto e fragile. La crescita del 5,6% del Pil è stato l’effetto dell’abolizione dell’embargo provocato dal putsch del 2008 e dalla successiva smobilitazione di fondi internazionali e di aiuto umanitario. Nessun progetto di sviluppo nell’agenda governativa, ma svendita delle licenze minerarie e di terreno al consesso internazionale unite a lavori pubblici pagati da organismi internazionali. L’unica speranza per il popolo mauritano è la SNIM (l’azienda statale mineraria), collocata stabilmente tra le prime 10 società africane per utile netto, che ha prospettato un ambizioso piano di sviluppo per il 2011: ma il sistema SNIM (che ricorda la città ideale di Adriano Olivetti) riguarda solo Cansado, la cittadina creata dalla SNIM per i suoi dipendenti non residenti a Nouadhibou, seconda città della Mauritania. Lo spettro di una rivolta sociale agita i sonni dell’ambasciata francese, grande ed unico sponsor dell’attuale presidente mauritano.

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