Inchiesta. Roma e il settore edile. Intervista a Marco Corsini – 1 parte

ROMA – Da dove cominciare per parlare di Roma? Ecco una definizione di stampo enciclopedico: “Capitale della Repubblica Italiana, capoluogo della Regione Lazio e comune speciale di quasi 3 milioni  abitanti.

E’ la città più popolosa ed estesa di tutta Italia, ed è tra le maggiori capitali europee per grandezza del territorio. La giurisdizione comunale è molto ampia e il comune governa un’area che per dimensioni è più grande di quella di metropoli come New York e Parigi. L’Urbe delimitata dalle Mura Aureliane è la città con più alta concentrazione di beni storici e architettonici al mondo, dichiarata patrimonio dell’Umanità dall’Unesco, la Città Eterna, è anche circondata da una vasta area di campagna”.  Raccontare Roma e spiegarne la vita urbana, significa tener conto in ogni momento che si parla di un unico assoluto, per caratteristiche morfologiche, per dimensioni, per la sua arte e per la sua storia.

L’attualità di oggi racconta di una città, apparentemente con le tasche vuote – nonostante i 50 miliardi ricevuti per Roma Capitale – sempre alla ricerca disperata di fondi: la Formula 1, le Olimpiadi, Il Giubileo. Di una città che fa fatica ad affrontare qualsiasi criticità, imprevisto o fenomeno naturale che sia, come la pioggia e la neve, ed affanna in problemi cronici, la mobilità, la crisi abitativa e la mancanza di infrastrutture adeguate.

Purtroppo la grave crisi economica ed occupazionale che affligge la nazione, appesantisce e paralizza la Pubblica Amministrazione e la Capitale sembra vivere una fase di totale deficit che fa stentare la gestione quotidiana e blocca la programmazione futura, con una quasi assoluta paralisi dei servizi.

La valutazione e l’esatta comprensione della concentrazione di abitanti e funzioni, delle strutture e del territorio della civitas romana, passa dall’analisi dello sviluppo e della trasformazione urbana. Quello che questa panoramica si propone di fare è una fotografia sullo stato attuale delle cose, dalla pianificazione del territorio alle riqualificazioni, dalla gestione degli alloggi popolari al mercato edile ed immobiliare. Tutto ciò considerando che, l’edilizia è una delle attività imprenditoriali storicamente molto radicate ed economicamente rilevanti nel territorio romano.

A pochi giorni dalla mobilitazione nazionale dei lavoratori delle costruzioni, che si terrà a Roma il 3 marzo– le richieste al Governo denunciano una crisi drammatica, la più grave dal dopoguerra, che ha prodotto nel periodo 2007-2011 la perdita di 300mila posti di lavoro – acquisisce maggiore rilevanza la necessità di figurarsi quale sia la reale situazione del settore.

Cercare di orientarsi nella complessità degli aspetti urbanistici e territoriali di Roma, può far perdere il senso dell’orientamento anche al più esperto degli urbanisti. Per questo interverranno in nostro aiuto esponenti della pubblica amministrazione, tecnici ed addetti ai lavori.

La precedenza su tutti gli attori, ci sembra appartenga di diritto all’Assessore all’Urbanistica Marco Corsini. a cui per delineare la nostra valutazione generale sul futuro del tessuto urbano romano abbiamo chiesto:

L’intervista a Marco Corsini

Quali e a che punto sono i principali progetti sul piano di trasformazione urbana che per primi saranno fruibili per i cittadini?
I quasi 4 anni trascorsi sono stati spesi per attuare il Piano regolatore, perché la città si aspettava molto da esso e perché, soprattutto in tempo di crisi, l’urbanistica è  un indubbio volano economico per il settore dell’edilizia.
In questi anni ci siamo impegnati a sveltire l’attività amministrativa ( ad esempio attraverso il servizio delle Dia on line), e abbiamo cercato, mediante la redazione della convenzione tipo, di ristabilire le regole del “miglior costruire”, che prevedono prima la realizzazione delle opere di urbanizzazione e poi la costruzione degli edifici.  Roma Capitale ha cercato di rispondere all’emergenza casa, avviando una serie di iniziative, come il recupero delle aree dismesse.
Di progetti già fruibili, ricordiamo il completamento del ponte della Musica, il ripristino della Terrazza del Pincio, l’apertura del MACRO e della Pelanda.
L’amministrazione, poi,  ha elaborato un piano strategico che collegasse tutti i grandi progetti volti a consentirci un respiro di lungo periodo. Basti pensare alla riqualificazione di Ostia e al suo Waterfront.

Quali sono gli strumenti delle politiche di tutela per evitare l’espansione indiscriminata nell’agro romano che circonda la città?
La difesa dell’Agro Romano è fondamentale anche per l’Amministrazione e, per contrastare il consumo di suolo, stiamo adoperandoci per contenere l’espansione delle periferie, principale causa dell’erosione del territorio. Stiamo mettendo in campo diverse strategie, puntando sulle densificazioni e studiando nuove tipologie edilizie che consentano di risparmiare suolo. L’ipotesi di verticalizzare  è quella che più ci piace, perché prevede consumo di aria e non di terra.  Un’apposita commissione, composta da architetti e urbanisti, sta studiando la possibilità di realizzare grattacieli in alcune aree della città.

Per alcuni il Piano Casa della Regione Lazio rischia di dare il via ad una deregulation, gli ampliamenti di cubature non seguiranno un progetto urbanistico preciso, qual è la posizione dell’Assessorato?
La legge regionale sul Piano Casa ha grandi obiettivi, primo fra tutti quello di introdurre  una serie di accelerazioni procedurali da non sottovalutare. Gli incentivi per la demolizione e ricostruzione di edifici,  il cambiamento di destinazione d’uso o la riqualificazione di aree dismesse sono finalizzati a incrementare l’offerta di housing sociale, la cui  emergenza una triste realtà con cui ci confrontiamo quotidianamente.  
Per quanto riguarda la nostra città, è necessario ricordare che, oltre a essere la capitale, è il comune più grande e più verde d’Italia. Roma ha le dimensioni, la complessità e la concentrazione di beni culturali e architettonici più alta al mondo che verranno, assolutamente, tutelati: è ovvio che non potrà  essere “trattata” come qualunque altra città della regione e che, nel centro storico, determinate norme del Piano Casa non potranno essere applicate.

La crisi dello spazio pubblico, il ritardo delle infrastrutture, la macanza di spazi collettivi di aggregazione, accentuano il malessere urbano. Cosa devono aspettarsi di vedere realizzato gli abitanti di Roma nei prossimi anni?
Occorre attrezzare adeguatamente il territorio e dotarlo di maggiori spazi collettivi di aggregazione  e di impianti sportivi. Tali strutture devono essere previste tanto nella pianificazione generale che in quella di dettaglio del territorio della città in un’ottica di riqualificazione e di trasformazione urbana, di creazione di servizi innovativi e di sostenibilità ambientale. Qualcosa già si sta muovendo: penso alla realizzazione della Pelanda, che costituisce il più importante intervento all’interno dell’ex Mattatoio e ospita attività di carattere culturale per le produzioni musicali, teatrali, televisive e cinematografiche; o anche all’apertura, quasi due anni fa, del MACRO. A breve sarà completata la  “Città dei giovani” (il I blocco verrà consegnato poco dopo la metà del 2012, il II nel 2013).
Anche gli impianti sportivi possono completare questo quadro, soprattutto nelle zone in cui si registrano maggiori carenze.
La candidatura alle  Olimpiadi sarebbe stata una grande opportunità per dare risposte concrete ai cittadini, soprattutto sul tema infrastrutturale, ma è andata come tutti sappiamo. Troveremo altre soluzioni.

Le risposte sono quelle di un rappresentante delle Istituzioni che difende l’operato suo e della sua parte politica, ma ciò che salta agli occhi è l’assenza di un qualsiasi riferimento  ad interventi importanti sulla  viabilità e rimangono inevasi i quesiti fondamentali in merito alla programmazione generale. Infatti molti obiettano che il Piano Regolatore del 2008,  data la complessità e la vastità del territorio, della diversità dei piani di zona, dalla sovrapposizione di competenze di interlocutori pubblici, Regione – Comune – Municipi e dalla difficile interazioni tra di essi, data la consuetudine di lavorare per “varianti”, la proliferazione edilizia sembra priva di un progetto a medio e a lungo termine,  che per nulla si integra con dei veri interventi sulla mobilità.
Nella prossima uscita illustreremo alcune tra le più importanti realizzazioni di nuovi insediamenti residenziali delle zone periferiche di Roma ed del loro impatto sul  composto urbano e vedremo quello che succede in Francia e Germania.

Condividi sui social

Articoli correlati