Milano. Cambio di consegne al consiglio comunale

MILANO – Si è aperto oggi a Palazzo Marino il primo consiglio comunale del nuovo sindaco Giuliano Pisapia. All’ordine del giorno l’esame delle condizioni di eleggibilità degli eletti e la surroga dei dimissionari, entrambi approvati a pieni voti, ma molto più attesi sono stati la presentazione della giunta e del piano di governo.

Il consiglio, inizialmente presieduto da Manfredi Palmeri (Terzo Polo), ha visto la partecipazione di  41 consiglieri. Erano presenti il sindaco uscente Letizia Moratti, che d’ora innanzi lavorerà tra i banchi dell’opposizione con un gruppo consigliare proprio, Basilio Rizzo (Pd), eletto nuovo presidente comunale, il giovanissimo Mattia Calise dell’apartitico Movimento 5 Stelle, Marco Cappato del Partito Radicale, Ines Quartieri di Rifondazione, Anna Scavuzzo, Elisabetta Strada e Anita Sonego di Milano Civica X Pisapia; dal Partito Democratico Emanuele Lazzarini, Filippo Barberis, Lamberto Bertolé, Roberto Biscardini, Paola Bocci, Elena Buscemi, Natale Comotti, Marco Cormio, Maria Elisa D’Amico, Anna De Censi, Francesco Mancuso, Francesco De Lisi, Andrea Fanzago e Ruggero Gabbai, David Gentili, Gabriele Ghezzi, Carlo Monguzzi, Rosario Pantaleo, Maria Carmela Rozza, Mattia Stanzani. Ancora, della maggioranza, Mirko Mazzali e Luca Gibillini (Sinistra Ecologica e Libertà) e Raffaele Grassi dell’Italia dei Valori. Nell’opposizione Luca Lepore, Matteo Salvini, Massimiliano Bastoni e Alessandro Morelli (Lega Nord), Matteo Forte, Carmine Abbagnale, Andrea Mascaretti, Carlo Masseroli, Giulio Gallera, Marco Osnato, Luigi Pagliuca, Alan Rizzi, Giulio Gallera, Pietro Tatarella e Armando Vagliati del Pdl; Maria Moioli di Milano al Centro.
Dopo il giuramento sulla Costituzione del sindaco, di fedeltà alla città e all’interesse pubblico, si procede all’elezione dei tre componenti della commissione elettorale: alla terza elezione si riesce a raggiungere un numero sufficiente di elettori per ogni candidato sufficienti a nominare i tre eletti, che sono Marco Cormio, Filippo Barberis e Matteo Forte. I tre membri supplenti saranno  Alessandro Morelli, David Gentili e Lamberto Bertolé.

Viene data la parola a Giuliano Pisapia, il quale descrive la propria giunta come “squadra scelta”, costituita al di fuori da logiche partitiche, e formata al 50% da donne e al 50% da uomini. Ecco i componenti della giunta Pisapia : il vicesindaco Maria Grazia Guida, assessore a Educazione e Istruzione e Rapporti con il consiglio comunale, Daniela Benelli, assessore ad Area metropolitana, Decentramento e Municipalità, Chiara Bisconti, assessore a Benessere, Vita, Qualità e Sport, Stefano Boeri, assessore a Cultura, Expo, Moda e Design, Lucia Castellano, per Casa, Demanio, Lavori pubblici, Franco d’Alfonso per il Commercio, le Attività produttive e il Turismo, Lucia de Cesaris, assessore a Urbanistica ed Edilizia privata, Marco Granelli, assessore alla Sicurezza e alla coesione sociale, alla Polizia locale, alla Protezione civile e al Volontariato. Pierfrancesco Majorino,  per le Politiche sociali e i servizi per la salute, Pierfrancesco Maran, per Mobilità, Ambiente e Arredo urbano, Bruno Tabacci (la cui presenza nella giunta verrà in seguito contestata dall’esponente Idv Raffaele Grassi), assessore a Bilancio, Patrimonio Tributi e Cristina Tajani, Politiche per il lavoro, Sviluppo economico Università e ricerca.

Dopo i ringraziamenti al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, al cardinale di Milano Tettamanzi, al presidente comunale uscente Manfredo Palmeri e al dott. Giuseppe Mele, si enuncia in svariati punti ma sinteticamente e piuttosto rapidamente, il programma d’azione sul territorio. Viene presto posto l’accento sull’avvicinamento e sul dialogo tra cittadini ed elettori, “non vi saranno più auto blu, ma piccole auto bianche in condivisione, indicative di un rapporto paritario tra i cittadini e chi li rappresenta”. Il decentramento e la volontà di sviluppare i consigli di zona rendendoli vere municipalità, con ruolo di mediazione e di partecipazione, è il secondo obiettivo del programma del nuovo sindaco. Sia dato impulso anche all’istruzione pubblica, al centro e in periferia, e alla valorizzazione del capitale umano oltre che alla conciliazione tra famiglia e lavoro. “Le scuole civiche devono tornare ad essere un fiore all’occhiello della nostra città”, continua il sindaco, che indugia invece sulla questione del bilancio, il cui “andamento negativo” compromette l’attuazione dei piani, ma su questo punto esprime una riserva, rimandando ogni giudizio e decisione a verifica avvenuta.
Nessuna parola spesa per l’Expo, come invece ci si aspettava, ma piuttosto sull’apertura al sociale, “una Milano che non lascia ai margini le persone anziane … a misura di bambino e quindi di tutti”, sulla sensibilità ambientale, sull’impulso all’istruzione e alle amministrazioni. Non sono mancati i paragoni con altre città (Detroit e Amburgo) e la promessa di fare di Milano una città aperta all’Europa.

Ma il piano non è bastato all’ex sindaco Letizia Moratti, la quale si è detta dispiaciuta per i riferimenti al bilancio, “se farete quello che  è stato avviato avanzeranno 48 milioni di euro in investimenti” – e, rimarcando un noi contrapposto a un voi, parlando a nome dell’opposizione, si è detta “felice di avere finanziato due nuovi musei e due nuove linee metropolitane che poi voi potrete aprire”. Dall’opposizione altre critiche : l’assenza di un piano concreto di azione, “attraverso cosa queste promesse diventeranno realtà?” (Masseroli), mentre un intento a collaborare su temi e progetti di interesse comune è provenuto da Salvini, che ha dato il suo appoggio ad iniziative quali “la chiusura di Milano Sport, la chiusura dei mercati rionali coperti, il taglio alle mega spese per la cultura come il Festival Mito”, con la timida controproposta “magari per riaprire le biblioteche di sera?” Insomma il piano è sembrato troppo vago e poco concreto, ma sono stati ammessi gli errori della destra, specie nella campagna elettorale, facendone semplicisticamente una questione di scorretta campagna elettorale, di mal calcolata pubblicità. Matteo Calise ha parlato a nome del Movimento 5 Stelle di cui fa parte, i cui esponenti non si pongono “né alla maggioranza né all’opposizione, ma siamo cittadini liberi”. La Quartieri ha rimarcato l’importanza del dare spazio all’accoglienza degli stranieri, specialmente dei bambini, pensando ad accogliere alcuni di essi in strutture protette, “i bambini sono portatori di diritti”. Anita Sonego, tra le altre cose, ha proposto l’apertura di una Casa delle Donne, di cui solo Milano è sprovvista.

Un po’ attonito il consigliere Raffaele Grassi, il quale ha lamentato l’assenza di un esponente dell’Italia dei Valori, e si è detto “perplesso” riguardo alla forza politica di provenienza dell’assessore Tabacci (Udc).
Letizia Moratti, che se ne è andata prima che l’assemblea fosse sciolta, guiderà, dunque, un gruppo comunale proprio; l’opposizione sarà in grado di non interferire con le decisioni della nuova giunta, ma collaborare, come promesso? Ma, soprattutto, la maggioranza dovrà presto fornire un piano dettagliato e realistico per il prossimo quinquennio, che verrà presentato lunedì prossimo, a continuazione del consiglio di oggi.

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