Quasi un milione le firme raccolte per la riduzione degli stipendi ai politici italiani

Lo scorso 31 maggio in rete comincia a circolare un evento po-po-la-re. “Un milione di firme per ridurre gli stipendi ai politici italiani!”

ROMA – Il 6 luglio a Roma, in occasione del convegno intitolato “Futuro della Tv: vecchia Tv vs nuova Tv”, organizzato dal Co. re. Com presso la casa del cinema di Villa Borghese, “il Trota”, dotto figlio di Umberto Bossi, interviene sul futuro della rete. In poco meno di sei minuti il responsabile comunicazione della Lega Nord allibisce l’intera platea di esperti accorsi ai lavori.
69.000 tonalità diverse di risate.

Il video,  inesorabilmente finito su youtube, è ora un cult: “Internet secondo il Trota”. L’ilarità prevale sulla rabbia. Questo perché i figli degli onesti lavoratori a basso costo sanno benissimo che i rampolli nati in ambienti ricchi e prepotenti sono nella stragrande maggioranza dei casi degli incapaci. Gente impreparata, inadeguata, spinta dall’orgoglio dei genitori dietro scrivanie, auto blu, circondata da fedelissime guardie del corpo ed eruditi tecnici di governo pronti a scrivere loro discorsi “istituzionali”. Una manciata di secondi e l’impressione è stata vedere il clown fallito Hans Schnier i cui siparietti finivano puntualmente col gelare l’intera platea. Ma è un ridere amaro, risate ben lontane dalla profondità letteraria di Heinrich Böll nel suo “Opinioni di un Clown”.
Cosa abbiamo visto.
Dietro il faccione sbarbato del ventitreenne Bossi proiettato sul maxischermo del congresso c’è un portafogli da dodici mila euro al mese. È questa la paghetta del ragazzo. Dodici-volte-mille.
Perché?
Una cifra che offende operai, laureati disoccupati, pensionati, massaie, emigrati all’estero. Un guadagno che umilia il popolo italiano, un popolo di precari.
Perché?

Lo scorso trentuno maggio in rete comincia a circolare un evento po-po-la-re. “Un milione di firme per ridurre gli stipendi ai politici italiani!”
Luglio, tempo di bilancio, la manovra finanziaria è una scure sulla famiglia. Un ladro in casa quando tutti dormono. Tagli alle agevolazioni fiscali per nuclei famigliari con figli a carico, all’istruzione e alle spese sanitarie. Da domani, 17 luglio 2011, una ricetta medica costerà 10 euro e ben 25 per gli interventi di pronto soccorso in codice bianco. Per i lavoratori invece c’è una tassa superiore alle 200 euro sui ricorsi al giudice del lavoro per vertenze in materia di licenziamenti, mobbing e contratti. La politica italiana, ampiamente collusa con le mafie e col Vaticano, ha pieno possesso della televisione (parliamo della vecchia Tv, ma ancora largamente di massa).
Ci trattano da idioti. Telegiornali vomitevoli incentrati sul Gossip, stucchevoli prime serate di varietà, Talk-schow e serie televisive piene di donnine di risulta (la carne più fresca gira nei palazzi del potere con le luci offuscate). Vogliono distrarci. Con l’arrivo dell’estate si parla di creme solari, Briatore, fantomatici cani abbandonati in autostrada, ufo, area 51 e mostro di Loch Ness. D’inverno vanno meglio gli omicidi. Meglio se in famiglia e con tanto sangue.

Oggi, 17 luglio 2011, l’evento “Un milione di firme per ridurre gli stipendi ai politici italiani!”, targato Facebook, ha superato il mezzo milione di adesioni. 595.792 unità per l’esattezza (ore 17:07). Di cosa parliamo? Parliamo di gente che si è stancata di pagare il pizzo ai politici italiani. Gente stanca di farsi infilare le mani nelle tasche da sedicenti uomini di stato. Parliamo di operai stufi di fare turni massacranti per arrivare al venti del mese, di scienziati senza lavoro, di lavoratori sui tetti degli stabilimenti, incatenati, portati via di peso dalla forza pubblica.

Non è un vero uomo chi vive sulle spalle degli altri, chi vive di soprusi, sperpera denaro pubblico, ordina pestaggi. Il senso dello stato è morto. I servitori dello stato, quelli veri, sono stati lasciati soli e fatti saltare in aria. Eroi spesso dimenticati.
L’altra parte dell’informazione, quella non infetta, si sta organizzando. Come per lo scorso referendum, la mobilitazione collettiva e partecipata ha pensato bene di allargare le maglie della rete. Fuori i pesci piccoli, dentro i grandi! Ha ragione il piccolo Bossi, lui il discorso l’ha letto male ma era scritto bene, occorre saper usare meglio la rete, i social Network, soprattutto per l’intera comunità.

E allora prepariamoci, diffondiamo bene le notizie, i dati e contrattacchiamo.
I motivi della protesta sono facilmente reperibili nel costante flusso dell’informazione web. La lotta è contro un male antico che ha saputo resistere e percorrere trasversalmente tutte le Repubbliche italiane. Un male apartitico, senza colori e vessilli che ha sempre messo d’accordo sinistra, centro e destra. Parliamo di stipendi, vitalizi e benefici della classe politica spesati dal sovrano popolo italiano. Ecco quanto ci costano questi parassiti.
20.000,00 euro di stipendio mensile così composto: 10.000,00 euro di base, 3.500,00 euro per i portaborse (generalmente parente o familiare), 2.500,00 euro di rimborso spese affitto. E ancora, rimborso spese voci non dichiarate pari a 500,00 euro mensili, rimborso spese viaggi euro 1.000,00. Telefono cellulare, tribuna d’onore negli stadi, cinema, teatro, francobolli, autobus e metropolitana (intera rete) gratis. Viaggi aereo nazionali gratis, treno carrozza letto, circolazione su autostrade, corso di lingua straniera, piscina e palestre gratis, uso di prefetture, ambasciate e cliniche gratis. Rimborso spese mediche, assicurazione infortuni e morte gratis, auto blu con autista, quotidiani gratis, ristoranti gratis.

I signori onorevoli in fatto di liquidazione intascano un intero stipendio per ogni mandato, vanno in pensione con 3.000,00 euro mensili (acquisendo il diritto al pensionamento dopo soli 35 mesi e obbligando invece il normale lavoratore a 40 anni di contributi). Dispongono inoltre di 20.000,00 euro annui se fondano un giornaletto.
Il danno prodotto da questa classe politica all’intero paese ammonta a circa 1.850,00 miliari di euro. La sola camera dei deputati costa al cittadino italiano qualcosa come 2.500,00 euro al minuto. E quando la storia li manda in esilio, passato qualche anno, si mette in moto pure la macchina della riabilitazione politica (Craxi).
Intanto nelle scorse ore c’è stata la correzione al testo della manovra economica che annunciava le riduzione delle indennità dei parlamentari italiani alla media degli altri paesi europei. I professionisti hanno lavorato nelle ore che più si addicono per certi “lavoretti”. Di notte. I risultati: tagli alle indennità parlamentari equiparate solamente ai sei paesi europei più ricchi, rimborsi elettorali ridotti solamente dalla prossima legislatura, auto blu da ridimensionare soltanto dal 2012 e vitalizi salvi.

Dicono che è necessario guadagnare tali cifre perché in linea di principio un politico deve essere incorruttibile (intanto fascicoli a loro carico intasano archivi e cancellerie giudiziarie). Dicono che è necessario avere stipendi tanto alti perché il mestiere della politica è un mestiere prestigioso.
Il popolo della rete la pensa diversamente. L’evento “Un milione di firme per ridurre gli stipendi ai politici italiani!” conta oltre 600mila adesioni. Forza ragazzi!

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