India. Marò italiani. Di Paola: “Fermati con l’inganno”

ROMA – Oggi un gruppo di europarlamentari italiani del Pdl ha manifestato a Strasburgo solidarietà ai marò italiani arrestati in India. Si sono presentati in aula indossando magliette con la scritta “Stop piracy, respect of international law”, ovvero fermate la pirateria, rispettate le leggi internazionali.

Al centro delle t-shirt spiccano le foto dei due militari italiani Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, ora rinchiusi nel carcere indiano in attesa di giudizio. Tuttavia la vicenda  non sembra volgere ad una immediata chiusura, come si era prospettato inizialmente, mentre i rapporti diplomatici  tra India e Italia sembrano insanabili su alcuni punti.
E sempre oggi ministro della Difesa, Giampaolo Di Paola, secondo quanto si apprende, ha confermato nel corso della sua audizione al Coapisr la versione fornita ieri dal ministro degli Esteri Giulio Terzi.

Secondo i due esponenti di governo quindi le autorità indiane avrebbero fatto attraccare la nave Enrica Lexie e successivamente fermato i due fucilieri del battaglione San Marco con l’inganno.   Secondo la ricostruzione italiana: “La nave italiana quel giorno ha ricevuto un messaggio dalle autorità indiane che comunicavano di aver fermato alcuni pirati e di aver bisogno della collaborazione della Lexie. Il comandante, sentito l’armatore, ha risposto positivamente alla richiesta. Visti i rapporti di cooperazione esistenti tra due Paesi nel contrasto alla pirateria, il comando della squadra navale della Marina Militare non ha espresso obiezioni all’attracco della nave nel porto indiano. Quando la Leixe è arrivata in banchina si è però saputo che c’erano stati due pescatori morti e che quindi qualcosa di non chiaro stava succedendo. È stato così deciso di opporsi alla discesa a terra dei due marò, ma con la minaccia delle armi i militari sono stati costretti a scendere. La vicenda ha comunque portato alla luce un evidente ‘buco nella legge che prevede il distaccamento di marò sulle navi civili che incrociano nei mari a rischio pirati. C’è da lavorare sulla convenzione tra la Difesa e Confitarma per precisare cosa succede nel caso di scontro a fuoco e fare in modo che i militari siano comunque sottoposti alla catena di comando della Difesa e non agli ordini del comandante e dell’armatore”.

Ma i dubbi restano. Per quello è necessario che le autorità italiane siano informate con precisione sulla perizia balistica di cui a oggi non si sa nulla. La sorte dei due marò è appesa proprio ai risultati di questo esame che stabilirà quali pallottole hanno colpito i due pescatori indiani.

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