Bossi contro tutti. L’utopia di una Lega in crisi d’identità

ROMA – Anche oggi Umberto Bossi torna all’attacco con una serie di proposte che lui stesso ritiene  necessarie per uscire dalla morsa della crisi economica.

E lo fa da Marcallo con Casone, un piccolo comune in provincia di Milano di appena 6mila abitanti, dove una strada è stata intitolata  Via Padania.  Il leader del Carroccio giunto per l’occasione si è beccato subito qualche insulto da un gruppo di contestatori, con tanto di bandiera italiana sventolata ai quattro venti, che gli hanno urlato “vergogna..vergogna, la Padania non esiste”. Dalla parte opposta un altro gruppo, non proprio corposo come ci si sarebbe aspettati un tempo,  incitava Bossi, il quale a sua volta borbottava “disgraziati”,  prima che iniziasse il consueto cerimoniale d’inaugurazione con tanto di palco e scaletta d’interventi.
Non a caso è stato proprio il Senatur a prendere subito la parola: “L’Italia la vogliono solo i pochi rimasti”, ha detto riferendosi al gruppo dei contestatori. “Non c’è speranza per i  tricoloristi che perdono tempo. Vengono forze potentissime che non vogliono l’Italia ma la Padania.”  

E poi il Senatur, quasi volesse auto compiacersi per la sua coerenza, ha raccontato un episodio durante il quale avrebbe categoricamente rifiutato l’invito di incontrare il presidente Mario Monti, che lo aveva chiamato telefonicamente per discutere con lui.
“Gli ho detto di no – ha ripetuto Bossi – siamo in formazioni opposte. Non sono mica Berlusconi io. Un avversario è un avversario”. Una reazione un po’ diversa rispetto dallo scorso 5 marzo, quando  il leader del Carroccio dal palco di Piacenza attaccò violentemente il premier: “”Monti rischia la vita – disse – se continua così il Nord lo farà fuori”. E durante quell’evento non risparmiò neppure Berlusconi paragonandolo a Mussolini: “Uno gratta e l’altro tiene il palo”, ribadì Bossi sui due ormai nemici politici.  Insomma la speranza di Bossi è che il “Governo Monti vada in malora”, come ha ripetuto ieri questa volta da Castiglione Olona, nel varesotto dove si è tenuta l’inaugurazione di una nuova sede del partito.

Tornando a Marcallo con Casone, non poteva mancare la nuova ricetta firmata Bossi, che altro non è se non una delle leggi di iniziativa popolare per la quale la Lega sta raccogliendo le firme: “Bisogna spacchettare le banche, quelle che speculano e quelle che investono e che danno soldi alle imprese, per questo è necessario firmare”, ha detto Bossi. Peccato che la questione posta in questo modo appaia un po’ ambigua. Infatti non si capisce bene a quale territorio si riferisca il Senatur, se l’Italia o la Svizzera,  visto che proprio ieri  ha appoggiato favorevolmente un’altra iniziativa del suo partito che attraverso una petizione online sta raccogliendo altre firme per chiedere l’annessione della Lombardia allo stato elvetico. Insomma verrebbe da dire che l’unico bisogno del momento sia quello di fare “pace con il cervello”, almeno per fare intendere in quale direzione vorrebbe andare la Lega Nord.
E c’è pure la probabilità che neppure i diretti interessati lo sappiano.

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