ROMA -“Alla ripresa mancano pochi mesi, spero pochi, quelli che ci mancheranno all’emergere chiaro di segni di ripresa”. Così ha detto il premier Mario Monti al Forum della Coldiretti.
Certo che bisogna avere una gran faccia tosta per fare certi proclami, e non è la prima volta, proprio nel giorno in cui centinaia di migliaia di persone sono scese in piazza San Giovanni con la Cgil per denunciare una situazione socio economica drammatica.
Per Monti invece “siamo nella fase nella quale dobbiamo sforzarci perché nulla vada sprecato in termini di fiducia, toccando con mano benefici che non si vedono e malefici che per fortuna sono stati sventati”. “Quale – dice sempre Monti – sarebbe stato l’effetto sulla nostra fiducia – si domanda il premier – e sulla capacità gioiosa di essere italiani che sanno superare momenti difficili, se avessimo avuto l’umiliazione – noi già pronti ad autodenigraci, ed è uno dei nostri difetti – se avessimo avuto un oggettivo sentirci inferiori agli altri, per dover chiedere ad altri di sostituirsi a noi nell’esercizio di quei poteri che anche nell’Unione Europea rimangono in mano a governi nazionali”. “Il nostro Paese ha finora dato prova di saper sopportare una quantità concentrata di provvedimenti restrittivi, forse comprendendo che ce ne era la necessità”, sottolinea il presidente del Consiglio. Poi aggiunge: “Nessuno ci può accusare di aver preso poche decisioni in questi mesi, semmai troppe”.
Il premier Monti dimentica forse che quando entrò a Palazzo Chigi promise agli italiani dei provvedimenti “equi” che non si sono mai visti. A partire dalla patrimoniale, diventata uin vero miraggio. Altro che ripresa.