Daita (CGIL). Per i malati di Sla elemosina, ma fondi per il diritto alla vita

ROMA – La politica dell’annuncio è sempre pericolosa, per chi la fa spesie se si tratta di governo, di ministri, ma anche per coloro cui è indirizzata. Perché se all’annuncio non seguono fatti concreti si va incontro a protste, rabbia,esasperazione da parte di coloro che si sentono presi in giro.

Non solo, ci sono categorie di cittadini che, assolutamente,non possono essere prese in giro e non accettano neppure che i loro problemi, gravissimi, siano affrontati con elemosine. Le persone cui ci riferiamo sono i malati di Sla. Il governo si era dimenticato di loro, o meglio tagliando i fondi per l’assistenza, aveva eliminato, di fatto, che  ne esisteva uno per intervenire a sostegno dei disabili. In seguito alle proteste, alle manifestazioni, gli scioperi della fame la questione era tornata alla ribalta delle cronache. Avevano detto i ministri interessai, “ non ci siamo dimenticati di loro, i fondi sono stati stanziati”: Annuncio con titoli sui giornali, ma con qualche dubbio da parte dei disabili, dei malati di Sla.Avevano ragione, la questione è  ancora aperta.  Ieri, addirittura, nel  talk show di Santoro è stato Briatore che rispondendo ad un familiare di un ammalato ha fatto il gran gesto, pago io l’assegno. Un elemosina. Non è questo che vogliono i disabili e le loro famiglie.  “Non serve l’elemosina ma risorse adeguate e certe per il diritto alla vita-  afferma la responsabile dell’Ufficio Politiche per le Disabilità della CGIL, Nina Daita, per il quale è in atto  lo sciopero della fame di un centinaio di disabili e malati di Sla  che  rivendicano il rifinanziamento del fondo per la non autosufficienza.” “Esprimiamo piena solidarietà ai malati di Sla-prosegue- ma anche forte preoccupazioni per le modalità della protesta che stanno portando avanti per rivendicare i fondi finalizzati al diritto alla vita”. Come è possibile che in un paese civile e progredito, e con profonde radici cristiane, si resti indifferenti di fronte ad una azione pericolosa per la vita degli stessi malati?”.
 Nina Daita chiede quindi l’intervento immediato del governo: “Non con una elemosina, ma con risorse economiche congrue destinate e finalizzate all’assistenza e alle cure nel nome della dignità dei malati di Sla già dolorosamente colpiti dalla vita”. L’augurio, conclude, “è che la risposta arrivi presto e che soprattutto anticipi conseguenze dolorose che potrebbero accadere, data la gravità della malattia”.

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