Grillo espelle Salsi e Favia. Autoritarismo spacciato per democrazia

ROMA – Incredibile, ma vero. Il partito degli onesti e della democrazia fa le prime due vittime.

A deciderlo è l’indiscusso leader del Movimento 5 Stelle, che oggi ha soppresso tutti espellendo dal partito due consiglieri che chiedevano più democrazia. Ai due grillini, Federica Salsi e Giovanni Favia, rispettivamente consigliere comunale e regionale, Grillo ha bandito l’uso del simbolo del loro movimento, pregando di “astenersi per il futuro a qualificare la loro azione politica con riferimento al M5S o alla mia figura”.

Almeno questo ha sentenziato il comico genovese dal suo Blog. Un episodio che ricorda molto il Politburo sovietico, dove un impercettibile sguardo in cagnesco  significava espulsione immediata. Con la differenza che a farlo era un comitato di persone e non la scelta di un singolo. Intanto scoppia la bufera sulla rete, la stessa che Grillo notoriamente esalta come una delle vie verso il cambiamento. Su Twitter c’è chi parla di “lapidazioni digitali contro i miscredenti” e chi di “modalità dittatoriale” nella gestione del movimento.

Ma non solo. C’è chi paragona  Grillo a Benito Mussolini  con il motto attualizzato: «Credere, obbedire, taggare». «Il M5S verso la ricostituzione del Partito nazionale fascista», scrive un utente, mentre sul filo dell’ironia c’è chi twitta: «M5S passa da 5 a 3 stelle» e chi parla di «olio di ricino». Grillo, già ieri, nel filmato diffuso aveva avvertito: se non siete d’accordo con il movimento andatevene, aveva detto. E lui non ha aspettato. La ‘cacciata’ alle streghe è iniziata.

 

Federica Salsi riceve la lettera

 

«Grillo mi espelle dal Movimento. Il dissenso non è concepito all’interno del Movimento». Così Federica Salsi, l’attivista di Bologna del Movimento 5 Stelle in un’intervista ad Affaritaliani.it. «Paradossalmente i partiti, con tutti i disastri che hanno arrecato a questo Paese, sono più controllabili dai cittadini di quanto lo siano Grillo e Casaleggio», continua. Sulle candidature online dei grillini aggiunge: «Non emerge un progetto politico, ma uno slogan elettorale. Viene il dubbio se non via sia la volontà solo di aumentare il volume di affari del blog di Beppe. Le persone candidate non sono minimamente preparate».

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