Gioco d’azzardo. L’Italia diventà un casinò

Vincono le lobbies. Federconsumatori sul piede di guerra

ROMA – L’approvazione dell’emendamento che anticipa a gennaio 2013 la gara per l’apertura di mille nuove sale da poker in tutta Italia rappresenta l’ennesima vittoria della lobby del gioco d’azzardo e un’ulteriore sconfitta dei cittadini. Con quello che appare come una sorta di blitz legislativo notturno, il Governo si è ufficialmente arreso alle multinazionali del settore e ha colto, ancora una volta, l’occasione di realizzare incassi facili, trascurando le conseguenze negative del provvedimento. In un contesto critico come quello attuale molte persone cedono facilmente al richiamo del gioco d’azzardo, che spesso non solo induce comportamenti patologici ma porta alla rovina intere famiglie.
Si tratta peraltro di un’industria che nel nostro Paese è già fin troppo florida: l’Italia è il primo Paese in Europa per spesa pro-capite dedicata al gioco e conta più di 400mila slot machine e 2.400 sale di videolottery, per un giro d’affari che sfiora gli 80 miliardi di Euro.

L’apertura di nuove sale da gioco sarà un ulteriore colpo alla salute pubblica, già provata dai crescenti problemi economici di famiglie che faticano sempre di più ad arrivare alla fine del mese. Basta pensare che un italiano su cinque ha difficoltà a potersi permettere le cure mediche e che una donna su quattro rinuncia alle cure stesse per destinare le risorse alle esigenze familiari.

Federconsumatori non condivide affatto questo emendamento che apre le porte agli investimenti delle multinazionali che lucrano sulla vulnerabilità della popolazione, ed avvierà iniziative e campagne contro l’incoraggiamento al gioco.

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